Per la prima volta sarà un'azienda indiana a produrlo

Farmaco anticancro a basso costo anche per i malati indiani

di oggisalute | 17 marzo 2012 | pubblicato in Attualità
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Il suo prezzo di marca è di 280mila rupie, cioè 4.279 euro. Ma grazie alla decisione del governo indiano di autorizzare un’azienda locale a produrre il generico, un farmaco anticancro a base di sorafenib, prodotto dalla Bayer, sarà venduto a 8.800 euro, cioè 134 euro. Con questa copia del farmaco ancora sotto brevetto sarà così possibile far acquistare questo medicinale, usato per il cancro
del fegato e del rene, a prezzi più bassi anche ai malati indiani, secondo quanto riporta la Bbc. Questo è il primo caso in India di un’azienda cui viene concessa una ‘licenza obbligatoria’ per produrre un farmaco sotto brevetto. L’azienda indiana dovrà pagare il 6% di royalties alla multinazionale detentrice del brevetto. Una decisione che la Bayer non ha gradito: “Siamo delusi da questa decisione – dichiara in una nota – Vedremo se potremo difendere ulteriormente la proprietà intellettuale dei nostri diritti in India”. Quella dei brevetti e dei farmaci è una questione annosa, soprattutto nei paesi in via di sviluppo che da tempo lottano per garantire il diritto alla salute contro i monopoli. ”L’India ha condotto una battaglia durissima durante la negoziazione dell’accordo sulla proprietà intellettuale Trips (Trade Related Intellectual Property Rights) del Wto – spiega Nicoletta Dentico, della campagna ‘Sblocchiamoli’ – per far introdurre delle clausole di salvaguardia della salute e dell’interesse pubblico, come quella dell’importazione parallela, dell’uso governativo e della licenza obbligatoria”. Clausole che ha poi mantenuto nella sua legge nazionale, con cui ha recepito i Trips nel 2005. ”In quest’occasione l’India – continua Dentico – ha semplicemente applicato la licenza obbligatoria, definita all’art.31 dei Trips, che si verifica quando un Governo può derogare al brevetto, se in virtù del monopolio dell’azienda su quel farmaco, non può renderlo
accessibile nel suo servizio sanitario. In questo modo può offrire il farmaco a un prezzo più basso e riconosce alla multinazionale il pagamento di una royalty. L’India ha solo applicato la legge, come fatto anche da Usa e Italia”. Secondo invece Claudio Germinario della Società italiana brevetti ”in questo caso non si tratterebbe di un farmaco generico, ma di contraffazione, visto che il brevetto non è ancora scaduto. Tuttavia il brevetto va usato con intelligenza, e ci vorrebbero delle modulazioni per circostanze particolari. La legge già prevede che il titolare di brevetto possa scegliere di offrirlo gratuitamente o di dare la licenza a bassissimo prezzo”. E anche per il farmacologo Silvio Garattini ”si dovrebbe conoscere la possibilità di offrire farmaci a prezzo più basso quando sono salvavita”.

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