Abusi sui minori, in Sicilia al via corso per pediatri

di oggisalute | 21 ottobre 2016 | pubblicato in Attualità
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È a Palermo la tappa odierna della formazione medica per la rete di pediatri antiabuso sui bambini. Saranno circa 50 i pediatri siciliani che riceveranno, da colleghi trainers già precedentemente formati sul tema, strumenti clinici e giuridici per riconoscere e intercettare i segnali delle violenze sui bambini.

Il progetto della rete antiabuso è sostenuto con un investimento di un milione di euro da Menarini ed ha lo scopo di creare su tutto il territorio nazionale 15.000 medici sentinella, capaci di cogliere e individuare casi di maltrattamenti e abusi sui minori.

In Sicilia non sono disponibili dati recenti sull’incidenza di questi casi sui piccoli pazienti pediatrici, ma anche con statistiche alla mano si tratterebbe di un fenomeno probabilmente sottostimato, soprattutto perché l’abuso, una volta su due, viene messo in atto da una persona appartenente al nucleo familiare, secondo i dati del Dossier Pedofilia 2016, a cura di Telefono Azzurro. Dallo stesso documento emerge come tra il 2014 e il 2015 le richieste di aiuto per casi di abusi sessuali su bambini e adolescenti pervenute a Telefono Azzurro siano aumentate: in particolare, quelle arrivate al 114 Emergenza Infanzia sono passate dal 5,4% del 2014 al 6,7% del 2015.

Le sofferenze restano spesso coperte dal silenzio ed è per questo che Menarini, Telefono Azzurro, la Società Italiana di Pediatria (Sip), la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) e l’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani (Aopi) si sono impegnate per la creazione su tutto il territorio nazionale di una rete antiabuso di 15.000 pediatri e medici di base “sentinella”, che prosegue oggi a Palermo, dopo Roma e Firenze.

“Come Fimp siamo sorpresi ed orgogliosi dell’entusiasmo che riscontriamo nei pediatri man mano che il progetto va avanti nelle varie tappe per la costruzione della rete- ha commentato Luigi Nigri, responsabile del progetto per la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp). “L’attiva partecipazione dei colleghi è testimonianza di quanto fosse sentito il problema e di quale carenza formativa ed organizzativa ci fosse sulle problematiche di abuso, violenza e maltrattamento nel nostro paese. Finalmente si comincia ad alleviare il senso di solitudine del pediatra di fronte ad eventi che il più delle volte comportano la mortificazione del bambino nelle sue espressioni più belle e vitali. Riceviamo diverse richieste di coinvolgimento o proposte di collaborazione da parte di associazioni di volontariato impegnate da tempo sul problema e siamo molto soddisfatti di contribuire in maniera determinante alla realizzazione di una coscienza sociale non più passiva ma finalmente operativa e di forte contrasto al problema”.

“La rete antiabuso dei pediatri italiani sarà presto una realtà nazionale che consentirà di porre in essere azioni tempestive ed efficaci di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza” ha dichiarato Fortunata Fucà, Direttore dell’Unità Operativa Complessa Pediatria 3 d’Urgenza e Pronto Soccorso dell’Arnas Civico di Palermo, e tra i trainers del corso.

“I pediatri, che quotidianamente sono a contatto con il mondo dell’infanzia, devono avere un ruolo attivo nella lotta contro ogni forma di sfruttamento e violenza al bambino, perfezionando la loro competenza, operando in sinergia e secondo percorsi chiari e condivisi” ha aggiunto Domenico Cipolla, direttore Dipartimento Salute Donna e Bambino Asp Palermo e direttore Uoc Pediatria Termini Imerese, e anche trainer del corso di Palermo svoltosi quest’oggi.

L’obiettivo del progetto è evitare che situazioni di violenza e abusi rimangano nel silenzio”, spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, docente di Neuropsichiatria Infantile e membro del board di Icmec. “I pediatri svolgono un ruolo chiave nel percorso di crescita sana ed equilibrata del bambino e sono il primo punto di contatto con il sistema sanitario, ma soprattutto il punto di riferimento e di fiducia a cui l’intera famiglia affida i propri bambini negli anni più delicati. Per questo hanno più occasioni per riconoscere e cogliere i segnali di disagio inespressi. Il pediatra, però, è solo un membro di una rete più ampia di collaborazione che si deve instaurare sul territorio, insieme ad altre realtà come ospedali pediatrici, servizi di assistenza sociale, forze dell’ordine e scuole. Telefono Azzurro mette al servizio del progetto competenze specifiche, maturate in trent’anni di esperienza nell’ascolto e nella tutela di infanzia e adolescenza, con l’obiettivo di formare adeguatamente i pediatri nel riconoscimento dei fattori di rischio e dei segnali di sospetto abuso”.

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