Gli esperti: "Alternativa ai farmaci sedativi"

Un viaggio in treno simulato
per combattere l’Alzheimer

di oggisalute | 12 maggio 2016 | pubblicato in Attualità
treno

L’Alzheimer si combatte anche ‘in treno’ grazie a una carrozza ferroviaria virtuale brevettata dal Politecnico di Milano. I pazienti, comodamente seduti su poltroncine avvolgenti, possono osservare su uno schermo il paesaggio che scorre, ascoltare le voci di compagni di viaggio immaginari e sentire lo sferragliare delle rotaie, i fischi della corsa, lo stridore dei freni.

Tutti “stimoli cognitivi ed emotivi rasserenanti”, secondo gli inventori, utili contro gli stati d’ansia che accompagnano la forma più diffusa di demenza. Il prototipo è stato progettato da Alessandro Biamonti del Politecnico di Milano, insieme al terapeuta Ivo Cilesi e all’architetto Lapo Lani.

Le luci utilizzate nella speciale carrozza sono calibrate rispetto alla luce dello schermo, in modo da garantire un effetto realistico. All’interno dello scompartimento virtuale, inoltre, è possibile integrare delle webcam per permettere agli operatori sanitari di monitorare l”ospite’ a distanza. La carrozza prevede anche un ‘ingresso’ che, grazie ad ausili multimediali ed elementi iconografici, introduce ancora meglio i pazienti nell’esperienza di viaggio.

La versione del dispositivo ambientale brevettata – spiegano dall’ateneo di piazza Leonardo da Vinci – rappresenta l’ultima evoluzione in questo ambito, raccogliendo il frutto di diversi anni di sperimentazioni. Una differenza sostanziale del nuovo prototipo, rispetto ai modelli giù in uso – precisa il Politecnico – sta nella possibilità di essere riprodotto, spedito e allestito in tempi relativamente brevi in case di cura e nei reparti di terapia per l’Alzheimer, con “garanzia di risultato finale adeguato”.

Per gli esperti “il dispositivo è un valido ausilio per la cosiddetta Terapia non farmacologica, segnalata da tempo dalla comunità medico-scientifica come approccio prioritario soprattutto per gli stadi avanzati della malattia di Alzheimer. Tale approccio pone come alternativa all’assunzione di farmaci, tipicamente sedativi, la messa in atto di pratiche di natura cognitiva o occupazionale capaci di generare un senso di quiete e mitigare gli stati di ansia, in particolare ‘ansia da fuga’”.

Gli specialisti nel trattamento dell’Alzheimer, rispetto a questa particolare tipologia di disturbi, hanno individuato nel viaggio in treno “l’esperienza che più di tutte possa accomunare il passato di persone appartenenti a diversi ambiti socio-culturali, ritenendola quindi ideale come ambientazione della terapia”.

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