Oltre un milione pazienti cronici, a Roma focus su “long term care”

di oggisalute | 4 maggio 2016 | pubblicato in Attualità
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Sono oltre un milione i pazienti cronici assistiti in Italia fra Adi, Hospice e Rsa. Un dato che conferma che l’assistenza continuativa dei pazienti anziani e cronici costituisce una delle principali problematiche dei sistemi socio-sanitari evoluti, caratterizzati dal progressivo invecchiamento della popolazione e dall’indebolimento delle reti familiari e sociali.

Per questo Italia Longeva, la rete del ministero della Salute per l’invecchiamento e la longevità attiva, di concerto con l’Irccs Inrca e la Sigg (Società italiana di gerontologia e geriatria) ha convocato per l’11 e 12 luglio a Roma, nell’Auditorium Biagio d’Alba del ministero della Salute, il primo simposio plenario dedicato a questo argomento, con l’obiettivo di stimolare un dibattito organico e strutturato sull’organizzazione e la gestione della Long-Term Care in Italia.

Questo primo appuntamento, che sarà rinnovato ogni anno per dare continuità allo spirito e agli obiettivi dell’iniziativa, sarà articolato in quattro sessioni principali, dedicate rispettivamente alla rete dei servizi e post-acuzie, alle cure palliative, all’assistenza domiciliare integrata e infine alle residenze sanitarie assistenziali.

“Secondo le nostre stime sono circa un milione le persone attualmente assistite in Italia fra Adi, Rsa e Hospice, e tantissimi altri, purtroppo, coloro che pur avendone bisogno non riescono a inserirsi in questi percorsi socio-assistenziali”, dice Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva.

“Per questa popolazione magmatica, caratterizzata dai più elevati bisogni di cura e quindi dal maggior impatto in assoluto sui budget della sanità, abbiamo finora utilizzato la definizione piatta, ma al contempo rassicurante, di ‘pazienti cronici'”, definizione che sembra condannare il malato “per età, patologia o incurabilità del proprio male, a ricevere un livello di assistenza inferiore alle proprie necessità”.

Proprio per rovesciare questo paradigma, continua Bernabei, “abbiamo deciso di convocare un grande simposio plenario di tutti i professionisti sanitari, i politici e i decision maker che si occupano a diversi livelli della progettazione, dell’organizzazione e della gestione del nostro sistema sanitario. A questa platea abbiamo proposto non una riflessione sulla condizione da curare, la cosiddetta ‘cronicità’, ma al contrario il primo confronto aperto sulla nostra capacità di prenderci cura, a lungo termine, della fetta più ampia di pazienti presenti in Italia e in generale nell’occidente sviluppato: i nostri nonni, le persone fragili, i malati di cancro in fase di mantenimento o purtroppo in fase terminale, e le persone colpite da dolori severi e persistenti”.

L’incontro, il cui titolo è “Long-Term Care One”, aspira a divenire un vero e proprio think tank sull’assistenza continuativa. “Un nuovo approccio a quella che un tempo definivamo ‘cronicità’ – spiega infatti Bernabei – sottende anche due convincimenti precisi, il primo improntato al massimo del realismo, il secondo a un ottimismo pragmatico: se da una parte, infatti, l’aumento della speranza di vita e della vita media ci impone di concentrarci sulle cure a lungo termine per gestirne l’impatto sui budget della sanità, dall’altra gli avanzamenti sorprendenti della medicina e della farmacologia ci suggeriscono che presto dovremo definire ‘cronici’ persino i pazienti oncologici, e in generale nuove popolazioni tradizionalmente considerate affette da gravi patologie acute”.

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