Il testo va adesso all’esame del Senato

La commissione Sanità del Senato
approva il ddl Lorenzin

di oggisalute | 28 aprile 2016 | pubblicato in Attualità
Senato Palazzo Madama

È stato approvato dalla commissione Igiene e sanità del Senato il disegno di legge “Norme varie in materia sanitaria” d’iniziativa governativa presentato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, unificando nel testo approvato parte larga di analoghi provvedimenti presentati da quasi tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione; ora il testo approvato va all’esame dell’Aula del Senato dove sarà calendarizzato al più presto.

“È un provvedimento atteso da decenni – afferma il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo che sta seguendo per il governo Renzi l’iter parlamentare del provvedimento – che affronta questioni rilevanti dell’assetto sanitario offrendo risposte puntuali e largamente condivise. Ringrazio la relatrice del provvedimento, la senatrice Emilia Di Biasi, presidente della stessa Commissione, per l’ottimo e appassionato lavoro svolto e i senatori della Commissione i quali hanno votato il testo all’unanimità dei presenti”.

Il provvedimento, in particolare affronta il tema degli ordini e professioni sanitarie, oltre un milione di professionisti,  avviando  una loro riforma organica  con un intervento diretto di riordino per il riassetto della normativa vigente risalente alla legge istitutiva degli ordini di cui al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, allo scopo di rendere, in maniera immediata, il sistema più aderente alle attuali esigenze odierne in particolare per quanto attiene all’interesse dei cittadini utenti.

È un ammodernamento della disciplina ordinistica delle professioni sanitarie in un contesto derivante che he scaturisce peraltro dai principi recati dalla direttiva 2005/36/CE, recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206, nonché dalle proposte di modifica della predetta direttiva, tra le quali figura la previsione di un sistema di allerta per comportamenti non coerenti con la deontologia professionale.

Si tratta di  professioni che  per la loro specificità rispetto ad altri ordinamenti professionali, garantendo un bene/diritto costituzionalmente garantito quale la salute,  necessitano del mantenimento del ruolo di garanzia della qualità del livello di professionalità.

La proposta di legge non propone l’istituzione di nuovi enti pubblici bensì effettua e le seguenti operazione di ammodernamento: adegua la normativa di riferimento agli ordini vigilati dal ministero della Salute in riferimento al loro funzionamento interno; muta la denominazione di collegio in ordine per effetto del mutato quadro ordinamentale e formativo.

Con l’intervento operato si sostituisce gran parte del predetto decreto legislativo n. 233 del 1946, inoltre, si dispone che tali enti pubblici non economici sono organi sussidiari dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale, dotati di autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare, ai quali, tuttavia, non si estendono le norme di contenimento della spesa pubblica e sottoposti alla vigilanza del ministero della Salute.

Gli enti, inoltre, promuovono e assicurano l’indipendenza, l’autonomia e la responsabilità dell’esercizio professionale, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale delle professioni, la salvaguardia dei princìpi etici dell’esercizio professionale indicati nei co-dici deontologici al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva. Tra i compiti assegnati ai predetti enti figurano la tenuta e la pubblicità degli albi delle rispettive professioni e la verifica del possesso dei titoli abilitanti all’esercizio professionale, la valutazione delle attività di formazione continua, il rafforzamento dei codici deontologici, la trasparenza della comunicazione, l’istituzione di specifici organi disciplinari e la definizione di idonee procedure a garanzia dell’autonomia e terzietà del giudizio disciplinare, separando la funzione istruttoria da quella giudicante in particolare attraverso la costituzione di appositi uffici istruttori di albo cui partecipa, oltre agli iscritti a tal scopo  sorteggiati, anche un rappresentante estraneo alle professioni medesime, nominato dal ministro della Salute.

Inoltre si  trasformano gli attuali collegi delle professioni sanitarie e le rispettive federazioni nazionali in ordini delle medesime professioni e relative federazioni nazionali accorpando in un medesimo ordine, quello dei tecnici sanitari di radiologia medica  professioni tra loro omogenee e compatibili, quali le professioni sanitarie tecniche, della prevenzione e della riabilitazione  che pur regolamentate non  hanno ancora albi professionali. Infine è prevista l’istituzione delle nuove professioni sanitarie di osteopata e chiropratico. Completa il quadro il passaggio a professioni sanitarie di biologi e psicologi, nonché  l’istituzione dell’albo dei fisici nell’ordine dei chimici il passaggio di queste quattro professioni sotto la vigilanza del ministero della Salute.

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