A cura del Dr. Mario Mauro Amato biologo direttore responsabile di un Centro Analisi Cliniche

Diabete gestazionale e test di O’Sullivan

di oggisalute | 30 gennaio 2013 | pubblicato in Attualità
dieabete

Il Diabete Mellito Gestazionale (GDM – Gestational Diabetes Mellitus) più noto come Intolleranza al glucosio in gravidanza, è una condizione che colpisce circa il 4-5% delle donne in stato gravidico e che di solito scompare con il termine della gravidanza stessa.

Il GDM compare quando gli ormoni secreti dalla placenta alterano il normale funzionamento dell’insulina con conseguente aumento del tasso glicemico della gestante. L’aumentata glicemia comporta, nel nascituro, un incremento di insulinemia che, attivando anche la lipogenesi, determina l’aumento del suo grasso corporeo e quindi un incremento ponderale. L’aumento del peso del bambino poi può essere causa di parto distocico o di taglio cesareo (le percentuali di parto cesareo sono più alte nelle gravide con GDM) insieme distress respiratorio o cardiaco.

Accanto ai rischi per il nascituro ci sono quelli per la sua mamma che possono andare da infezioni ricorrenti del tratto genito-urinario e alterazioni della pressione sanguigna fino ad un aumento del rischio della comparsa di diabete di tipo 2 più tardi nel corso della vita e alla condizione di pre-eclampsia (gestosi) con edema, proteinuria e ipertensione.
L’ACOG (American College of Obstetrics and Gynecologists) ha dichiarato che non esiste un metodo certo per lo screening del GDM nelle donne in stato di gravidanza. Tuttavia quando in un soggetto coesistono alcuni dei fattori di rischio per GDM (età, etnia, obesità, storia familiare di diabete o storia ostetrica passata) possono essere usati alcuni test come il Test di O’Sullivan, chiamato anche minicurva glicemica.

Test di O’Sullivan: viene eseguito tra la 24^ e 28^ settimana di gravidanza e consiste, dopo la determinazione di una glicemia a digiuno, nella somministrazione orale di 50 gr. di glucosio in soluzione con 150-200 ml di acqua che va bevuta con tranquillità entro un tempo di 4-5 minuti. Dopo 1 ora dall’assunzione si effettua un altro piccolo prelievo sul quale si torna a dosare la glicemia. Il test si considera negativo se il valore della glicemia a digiuno è normale e se il dosaggio del glucosio nel campione ad 1 ora è inferiore a 140 mg/dl. Non sono previsti regimi dietetici particolari nei giorni che precedono l’esame. In condizioni di positività spesso il clinico ritiene opportuno confermare questa intolleranza al glucosio con una OGTT (curva glicemica da carico orale di glucosio) con 100 gr. di glucosio (vedi nostro articolo precedente).

E’ importante notare che anche il BMI (body mass index) noto come indice di massa corporea rientra tra i fattori di rischio:
Rischio basso con BMI inferiore a 25 kg/m2
Border line con BMI 25-28 kg/m2
Rischio alto con BMI superiore a 28 kg/m2

L’ACOG raccomanda un dieta ben equilibrata e l’esercizio fisico appropriato quali primi interventi di trattamento per la GDM: quindi mai dieta ‘fai date’ o ginnastica della nonna ma con l’aiuto del nutrizionista e del trainer competente.

Dr. Mario Mauro Amato – biologo direttore responsabile del Centro Analisi Cliniche AMATO sas (Certificazione di Qualità UNI EN ISO 2001:2008) – Via Tattoli 6/o Molfetta (BA) – tel. 080.3976049 e-mail lab.amato@virgilio.it

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