Vaccini, sindacati della scuola: ” Valutiamo di impugnare il decreto”

di oggisalute | 24 agosto 2017 | pubblicato in Attualità
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Immediata sospensione delle Circolari per inapplicabilità. È quanto chiede l’associazione sindacale Anief che, “a tutela dei lavoratori della scuola e pubblici, sta valutando se ci sono i presupposti per avviare delle azioni legali finalizzate a impugnare il decreto vaccini obbligatori, soprattutto sul versante dei principi costituzionali lesi”.

“Serviva un dibattito e un adeguato confronto con le parti sociali – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – attraverso il quale sarebbero emerse tutte le criticità e perplessità che invece si stanno materializzando ora. A parte il problema, non certo marginale, dell’enorme mole di adempimenti da attuare, caricati sulle spalle di segreterie scolastiche già ridotte all’osso dalla cancellazione di 50 mila posti negli ultimi anni e nemmeno supportate con adeguate immissioni in ruolo, con appena un nuovo amministrativo assunto ogni 8 istituti, va ricordato che lo Stato non può spingersi oltre le proprie competenze: quella di praticare o meno la vaccinazione a un bambino, più delle basilari, rimane una scelta discrezionale della famiglia. Lo Stato può indicare la strada migliore, fornire consigli adeguati, ma l’ultima parola dovrebbe rimanere a chi detiene la patria potestà del minore”.

“La nostra associazione sindacale – continua Pacifico – chiede pertanto alle istituzioni di prendere atto dei forti dubbi attuativi della norma e rinviare di almeno un anno l’applicazione del decreto approvato in estate con la fiducia delle Camere. E’ il minimo che si possa fare, se si vuole evitare il caos. Perché manca l’adeguato raccordo con la scuola. Qualora ciò non avvenga, il nostro studio legale sta già approfondendo i contenuti delle circolari applicative del decreto, per verificare se vi sono i presupposti giuridici per bloccarne gli effetti pratici e anche per ricorrere contro lo stesso decreto”.

“La scuola – prosegue il rappresentante Anief-Cisal – non può continuare a fungere da ‘imbuto’ dove infilare i problemi sociali: viene da chiedersi se le aule scolastiche siano l’unico luogo pubblico dove c’è concentrazione di cittadini. Perché, ad esempio, non si è previsto lo stesso obbligo per tutti coloro che fanno una visita o si ricoverano in ospedale? In altri luoghi di affollamento, se i vaccini sono così rilevanti per la salute pubblica, per quali motivi non è stato adottato lo stesso criterio di indispensabilità delle certificazioni per l’accesso?”.

“Sono domande – conclude – che avremmo volentieri girato ai promotori e legislatori del decreto vaccini, se solo ci avessero convocato”.

(Fonte: Adnkronos)

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