Shock anafilattico, in aumento le allergie in ospedale

di oggisalute | 23 aprile 2015 | pubblicato in Attualità
ospedale corridoio

Lo shock anafilattico è un evento potenzialmente drammatico per chi lo subisce e sicuramente qualcosa che terrorizza. Attualmente i casi da anafilassi da strada, ossia quelli esterni all’ambiente ospedaliero, si aggirano attorno allo 0,05/0,1% della popolazione italiana.

“Numeri per fortuna bassi – spiega Massimo Triggiani, docente di Allergologia e Immunologia clinica all’Università degli Studi di Salerno – ma comunque abbastanza significativi. In aumento, purtroppo, i casi di shock anafilattico in persone che si trovano in ospedale, perché c’è una somministrazione dei farmaci, che è attualmente la causa principale di allergia. Nei ricoveri ospedalieri la percentuale di reazioni gravi, incluso l’angioedema, raggiunge lo 0,8/1%. I trend sono in aumento, negli ultimi dieci anni questi casi si sono triplicati, ma fortunatamente la mortalità è diminuita grazie al corretto uso dell’adrenalina”.

L’incidenza dello shock anafilattico varia in relazione al tipo di fattori scantenanti e della fascia d’età. Tra le cause maggiormente responsabili in età adulta ci sono punture di imenotteri (api, vespe e calabroni) in soggetti allergici al loro veleno, mentre l’allergia alimentare è maggiormente responsabile di shock anafilattico in età pediatrica.

IL CONGRESSO – Se n’è discusso a Bologna a conclusione del 28° Congresso Nazionale della SIAAICSocietà Italiana Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica. A presiederlo il Prof. Giorgio W. Canonica, Presidente SIAAIC e Direttore Clinica Malattie Respiratorie e Allergologia dell’Università di Genova. Un’occasione importante che ha unito tutti gli specialisti italiani e i più influenti esperti a livello internazionale per discutere degli argomenti più attuali riguardanti l’area delle patologie allergologiche e del sistema immunitario. Tra i temi che sono stati trattati, largo spazio alle allergie alimentari, alla rinite allergica, all’asma bronchiale, alle allergie professionali, a quelle influenzate dalle condizioni climatiche e a quelle al nichel.

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