“Non facciamocene un baffo!”, al via campagna contro il tumore alla prostata

di oggisalute | 4 novembre 2015 | pubblicato in Attualità
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Insegnare agli uomini a prendersi cura della propria salute, sottoponendosi a controlli periodici per una diagnosi precoce del tumore della prostata. È questo lo scopo della campagna “Non facciamocene un baffo!” promossa dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – LILT, sezione provinciale di Milano.

L’iniziativa rientra tra quelle di MOVEMBER (da “Moustache”, parola inglese per baffi, e “November”), campagna di sensibilizzazione che, dal 2003, invita gli uomini di tutto il Mondo ad un gesto simbolico contro il tumore della prostata: radersi il volto ad eccezione dei baffi nei 30 giorni del mese di novembre.

Il tumore della prostata è la neoplasia più frequente tra i soggetti di sesso maschile e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età. In Italia, colpisce circa 42.000 persone l’anno, con una sopravvivenza che si attesta intorno al 91% a 5 anni dalla diagnosi. L’anticipazione diagnostica resta il principale fattore che porta ad un trattamento tempestivo della neoplasia. Purtroppo, però, la percentuale di italiani che si sottopone a visite urologiche periodiche è ancora molto basso.

Per questo motivo, LILT Milano promuove la campagna “Non facciamocene un baffo!” che, per tutto il mese di novembre, avrà lo scopo di sensibilizzare i cittadini ad un’educazione sanitaria consapevole, una maggiore conoscenza e una diagnosi precoce del tumore alla prostata. In dettaglio, l’Associazione invita tutti gli uomini a sottoporsi a visite gratuite presso i propri Spazi Prevenzione di Viale Caterina da Forlì 61, Via Neera 48 e Via Viganò 4 a Milano e di Sesto San Giovanni, Cernusco sul Naviglio, Concorezzo e Novate Milanese (maggiori informazioni sul sito www.legatumori.mi.it).

«I dati sulle visite urologiche, svolte presso i nostri centri, oscillano dalle 917 persone del 2013 alle 1.155 del 2014 fino alle 665 di quest’anno (ottobre) – afferma Marco Alloisio, presidente di LILT Milano -. Numeri ancora troppo esigui che, noi di LILT Milano, intendiamo raddoppiare. Per raggiungere questo obiettivo, siamo impegnati quotidianamente con attività di sensibilizzazione e formazione sul tumore alla prostata, organizzando conferenze di educazione sanitaria rivolte ai dipendenti delle aziende, agli enti territoriali e ai Comuni. Inoltre, promuoviamo eventi e aderiamo a campagne come MOVEMBER, a cui partecipiamo per il secondo anno consecutivo».

Come consigliano le linee guida internazionali della European Association of Urology (EAU) e del National Comprehensive Cancer Network (NCCN), tramite un test del PSA, esame di laboratorio eseguito su un prelievo di sangue, eventualmente associato alla visita urologica, dai 40 anni in poi, è possibile diagnosticare e, di conseguenza trattare precocemente, il tumore della prostata. I principali fattori di rischio per la comparsa di questa neoplasia sono «la familiarità di primo grado e l’invecchiamento – spiega ancora Alloisio -. Sono co-fattori, invece, una dieta ricca di grassi e uno stile di vita sedentario. Presso i nostri Spazi Prevenzione, i cittadini, oltre a sottoporsi gratuitamente ad una visita urologica, potranno ricevere informazioni utili sullo stile di vita da adottare per prevenire efficacemente la comparsa di questa neoplasia».

Momento clou della campagna, sarà la serata di raccolta fondi “Movember rock”, organizzata da LILT Milano in collaborazione con Janssen Italia e Bridgestone. L’evento, che si terrà presso la Casa della Musica in via Ascanio Sforza 81 a Milano, sarà animato dalla JC Band, il gruppo rock composto dai dipendenti di Janssen Italia, che si esibisce a scopo esclusivamente benefico.

Commenti

  1. Paolo Colorio scrive:

    Nella maggior parte dei casi il tumore della prostata è poco aggressivo e assai spesso si muore con il tumore della prostata (e pochi sintomi)ma per altre cause, e raramente per causa del tumore della prostata. Nella mia esperienza ultratrentennale di medico di medicina generale ho avuto tre pazienti deceduti a causa di un K prostatico metatstatico e in uno di questi la diagnosi era stata precocissima in fase ampiamente asintomatica. Ho trovato e seguito alcune decine di tumori della prostata o deceduti per altre cause o che convivono pacificamente con esso o con gli esiti fastidiosi dell’intervento. Il PSA non è un esame in grado di evidenziare precocemente un tumore della prostata, assai spesso una diagnosi precoce porta ad interventi, non necessariamente utili e con conseguenze importanti per il paziente (incontinenza ed impotenza, talvolta linfedema). Troppo spesso la diagnosi si traduce in un anticipo diagnostico con pochi vantaggi per il paziente. Rimango in attesa di un esame realmente utile per individuare i tumori prostatici aggressivi in fase precoce e trattabile.

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