Malattie che causano cecità:
sicurezza nei trattamenti farmacologici

di oggisalute | 15 luglio 2015 | pubblicato in Attualità
policlinico-messina

Osservare le reazioni avverse dei farmaci. Approfondire, valutare e studiare per offrire prospettive di cura e di trattamento sempre più efficaci e sicure. È questo l’obiettivo del nuovo progetto di farmacovigilanza finanziato dall’Agenzia Italiana del Farmaco  e “firmato” dall’unità operativa di Farmacologia Clinica dell’AOU “G. Martino” di Messina diretta da Achille Patrizio Caputi:Monitoraggio a breve e lungo termine del profilo beneficio-rischio dell’uso intravitreale dei farmaci anti-VEGF tramite network di dati clinici ed amministrativi”. Sotto la “lente di ingrandimento” ci sono quei farmaci utilizzati per curare alcune patologie della vista che spesso colpiscono soprattutto le persone più anziane. La degenerazione maculare senile rappresenta la terza causa mondiale di cecità, dopo cataratta e glaucoma, ed è al tempo stesso la principale ragione per cui i soggetti più maturi rischiano di perdere la vista.

Più regioni sono state coinvolte sotto la supervisione scientifica del Gianluca Trifirò, medico ricercatore del policlinico universitario. Sarà lui a coordinare le attività di questo progetto che vede tra i protagonisti anche i centri della Lombardia, della Basilicata e della Calabria.

Saranno analizzati i dati clinici di tutti i pazienti  – residenti nelle regioni coinvolte – trattati con i farmaci anti-VEGF ad oggi in commercio a causa di patologie retiniche.

Nello specifico, tali farmaci bloccano il fattore di crescita dell’endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor – VEGF), molecola che stimola la crescita di vasi sanguigni patologici al di sotto della retina, elemento fondamentale nel processo che danneggia la regione della retina funzionalmente più importante, la macula, portando a progressiva perdita della funzionalità visiva nei pazienti affetti da patologie quali degenerazione maculare senile e maculopatia diabetica.

L’obiettivo primario del progetto è quello di valutare la sicurezza nell’utilizzo dei farmaci anti-VEGFsomministrati per via intravitreale negli occhi e che sono ampiamente sfruttati in pratica clinica. Al tempo stesso il proposito è quello di incentivare una cultura della segnalazione di sospette reazioni avverse da farmaci.

Sarà, dunque, la Sicilia a guidare i lavori, in collaborazione con i tre centri accademici specialistici di oftalmologia che operano sul territorio regionale insieme a quelli extra regionali. Tra gli specialisti del policlinico universitario sarà attivamente coinvolto nel progetto il prof. Costantino John Trombetta responsabile del Servizio per le Malattie della Retina presso l’U.O.C. di Oftalmologia.

Il progetto permetterà di creare un network di esperti in farmacovigilanza e in oculistica con la costruzione di una piattaforma informatica dedicata su cui integrare i dati amministrativi e clinici dei pazienti che ricevono somministrazione intravitreale di farmaci anti-VEGF.

Attraverso la creazione di una rete di professionisti, infatti, sarà possibile osservare in condivisione le informazioni che emergeranno. Un bagaglio di conoscenze preziose per il professionista, che in questo modo ha l’opportunità di valutare tutti gli aspetti controversi legati all’uso di determinati farmaci in ambito oculistico, monitorando in pratica clinica i benefici ed ancor di più i rischi.

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