Prof. Pasquantonio - Dr. Miceli

Salute e bellezza dei nostri denti

di oggisalute | 20 marzo 2013 | pubblicato in
Guido Pasquantonio - Paolo Miceli

Per molti anni il ricorso all’odontoiatria per i pazienti è stato un ricorrere alla stessa esclusivamente in condizioni di emergenza. Il dentista veniva consultato e “frequentato” di malavoglia e con un fondo non indifferente di paura solo in condizioni critiche quando cioè non se ne poteva fare assolutamente a meno.
Fino a dieci anni fa infatti il ricorso al professionista del sorriso era sempre in condizioni di emergenza pura.
Un dente rotto, una carie che aveva compromesso il dente, una pulpite incipiente o, come comunemente era conosciuta la parodontite, per problemi di piorrea.
Le persone spesso una volta approcciato il professionista narravano di aver perso i denti perfettamente sani dopo averli avuti in bocca semi mobili a volte per anni.
Altro motivo di interventi spesso in emergenza nello studio dentistico era a causa del dolore incipiente.
Per molti anni quindi la figura dell’odontoiatra è stata associata quindi all’inevitabile sofferenza prima, durante e spesso anche dopo l’intervento.
In generale dentista = dolore, dentista = sostituzione forzata di un elemento dentario.

Quasi mai specialmente nel primo dopoguerra e fino a tutti gli anni ’70 inizio anni ’80 il concetto di dente è stato associato al concetto di estetica, bellezza e percezione migliorata della propria persona.
Non è infrequente infatti, in filmati “in bianco e nero” osservare persone che sorridono con delle vere e proprie “finestre” anche nel settore frontale.
Incuranti dell’estetica si espongono con tranquillità all’occhio della cinepresa o all’obiettivo fotografico, una situazione che oggi risulta essere assolutamente impensabile per la stragrande maggioranza della popolazione dei Paesi a più alto tasso di industrializzazione e civilizzazione.
Abbiamo assistito quindi nei decenni successivi ad una sempre maggiore presa di coscienza nei confronti dell’estetica dentale da parte di larghi strati della popolazione.
Questo fenomeno è accaduto naturalmente a seguito della sempre maggior importanza che l’immagine ha acquisito nell’ambito dei mass media della cinematografia e in generale della vita di relazione.
Ulteriori cambiamenti nell’ambito della società sono stati fatti a livello della percezione personale di sé e della propria vita di relazione verso gli altri. Ecco quindi che da semplice concetto di sostituzione del dente esclusivamente ai fini di ripristinare l’organo stomatognatico per finalità meccanico masticatorie si è passati ad una percezione dell’elemento dentario come facente parte dell’aspetto estetico più importante nell’ambito della vita di relazione: il sorriso.
E’ aumentata nella popolazione oggi, la certezza che un bel sorriso contribuisce ad una migliorata vita sociale. Potremmo anche dire che per alcune fasce della popolazione un ottimo sorriso è forse uno dei primi biglietti da visita per affrontare il mondo del lavoro, e della vita di relazione sociale.
Questo stato di cose comporta che oggi l’estetica dentale non viene praticata esclusivamente al fine di una “restitutio ad integrum” , ma anche al fine di migliorare e rendere percettivamente più interessante un sorriso “normale”.
Come abbiamo già detto questa tendenza è sempre più fortemente sentita dai pazienti, dagli operatori del settore e ovviamente dalle industrie produttrici di sistemi e/o tecnologie del settore dentale.
Possiamo dire che negli ultimi quindici anni tutta la ricerca operata nel settore dentale sia a livello istituzionale dalle università che a livello di ricerca privata da fabbricanti di sistemi e/o metodi è stata diretta verso questo obiettivo.
Sono nati infatti, dei sistemi che permettono la sostituzione del metallo (grigio, opaco alla luce) con materiali completamente diversi e con caratteristiche che permettono oltre alla resistenza alla masticazione una perfetta duplicazione del dente naturale anche dal punto di vista estetico.
Materiali quali lo zirconio, la ceramica integrale “il litio disilicato” hanno subito dei miglioramenti che ne fanno oggi i materiali d’elezione nella sostituzione del dente naturale andato perduto.
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito poi ad un ulteriore passo avanti del concetto di estetica dentale perché grazie ai materiali quali le ceramiche integrali è possibile intervenire con degli spessori ridottissimi sopra gli elementi dentari del settore frontale per cambiarne forma e posizione.
Queste sistematiche che rientrano tutte nella categoria della faccetta dentale consentono di intervenire a livello della linea del sorriso, della prospettiva orale e della forma del singolo dente per rendere più accattivante un sorriso e decisamente più interessante l’intero viso del paziente. La faccetta dentale può considerarsi per analogia molto simile alla lente a contatto ha degli spessori estremamente contenuti (da 0.2 decimi di millimetro in poi) e può essere – in taluni casi – applicata e incollata dal professionista senza preparare l’elemento dentario.

Guido Pasquantonio, Professore aggregato Università degli Studi Roma “Tor Vergata”
Paolo Miceli, Dental technician

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