Giusi Polizzi Psicoterapeuta psicoanalitica

Ipnosi regressiva o Terapia regressiva

di oggisalute | 2 settembre 2013 | pubblicato in
Giusi Polizzi Ipnosi regressiva

Giusi Polizzi psicoterapeuta psicoanalitica con doppia formazione gruppo – analitica e junghiana, da otto anni si occupa di ipnosi regressiva.

La storia:

“Antonio (nome di fantasia n.d.r.) ha 30 anni. Di aspetto gradevolissimo, è molto dolce e sensuale, il suo tono di voce è leggero ma sobrio ed incisivo, portatore di un grande spessore emotivo che indica profondità di pensiero e di elaborazione. Da anni svolge il mestiere di assistente sociale ed educatore. Riferisce di avere problematiche legate all’autostima che si esprimono attraverso difficoltà circa l’esposizione al sociale, con insicurezza sia sul piano affettivo che su quello professionale. Fin dalla tenera età è ossessionato da fantasie sado-masochistiche con immagini che riporta anche in alcuni disegni – su mia richiesta – circa due uomini nudi legati al centro di una ruota sui quali lui infligge delle torture. Decidendo di affrontare la tematica con l’utilizzo dell’ipnosi regressiva, egli si vede nel IX sec. nei panni di un ritardato mentale all’interno di un villaggio , bistrattato da tutti. Piange e non riesce né a parlare né a difendersi e l’unico sostegno affettivo diviene una ragazza che ogni tanto lo accarezza e della quale lui si innamora. Nelle sedute successive verbalizza di godere moltissimo nel leggere sui volti la paura di coloro che inizia a seviziare ma poi piangendo, afferma di essere lui il torturatore e l’essere fragile al contempo e che il suo impulso a torturare diviene l’attacco alla sua fragilità, che non ha mai accettato.

A prescindere dalla veridicità o meno dell’esistenza delle vite precedenti– dice la psicoterapeuta – il caso riportato mostra come la terapia regressiva tenda a far prendere contatto, per il tramite dell’immaginale, con i nuclei complessuali del soggetto e, kamagra uk, attraverso una fusione temporale – astoricizzata come l’inconscio vuole – a determinare tramite insight ed abreazione, comprensione e cambiamento.

Successivamente a tali sedute e ad un attento lavoro analitico sui contenuti emersi dalle regressioni, Antonio compie notevoli cambiamenti sia sul piano affettivo-sessuale che su quello lavorativo mantenendo con maggiore determinazione alcune scelte professionali che lo vedranno anche allontanarsi dal nucleo familiare di origine con la finalità di una maggiore indipendenza ed autonomia.

Cosa si intende con il termine Ipnosi regressiva o Terapia regressiva?

“E’ una metodologia – molta nota ai nostri giorni – usata all’interno di un percorso psicoterapeutico, con la finalità di accedere maggiormente a contenuti inconsci non parimenti rintracciabili con la sola terapia verbale.

Il punto centrale di questa metodica è il contatto profondo – attraverso uno stato di trance sonnambulica e non stuporosa (ovvero il soggetto non perde mai coscienza ma rimane lucido) – con immagini, sensazioni, emozioni o pensieri che si riferiscono non solo ad un tempo pregresso inerente il tempo di vita da zero all’età attuale del soggetto, ma anche ad ipotetiche vite precedenti.

Se quest’ultima affermazione potrebbe far saltare dalla sedia le menti più scettiche e positiviste, in realtà questa ipotesi è stata talvolta confermata da ricerche svolte dopo le sedute rispetto ai contenuti emersi durante le regressioni. E le ricerche dei luoghi o degli accadimenti risalenti ad epoche pregresse rispetto alla nostra, sembrano confermare la veridicità di quanto emerso durante la trance.

Ma dato che la verifica dei contenuti non sempre è possibile, preferisco il termine “ipotetica” ovvero vita precedente ipotetica perché, a parte alcuni casi, certezza assoluta rispetto alla conferma dell’esistenza delle vite precedenti, ad oggi, non è possibile darne (almeno in toto).

Ci muoviamo, quindi, in un campo definito simbolico, dove per simbolo ci riferiamo a tutti i contenuti che l’inconscio esprime e che mostrano, attraverso un’attenta analisi, il nucleo di sofferenza in modo più ampio e , spesso, più esplicativo rispetto alle sedute verbali.

In sostanza, si connette l’immagine o la sensazione esperita in regressione con il problema attuale che spinge il cliente alla risoluzione dello stesso attraverso una maggiore comprensione della probabile causa del sintomo. La terapia regressiva necessita di uno stato leggero di trance per far sì che i soggetti abbandonino i loro affanni quotidiani, le loro preoccupazioni, per tuffarsi, invece, nelle loro capacità immaginative dense di emozioni, al fine di comprendere cosa , in un tempo passato, possa ancora fungere da ostacolo per una vita priva di disagi.

L’emozione che emerge, infatti, dai contenuti espressi in regressione, determina una sorta di scarica fortissima chiamata abreazione, tale da poter accelerare il percorso di comprensione e, quindi, di cura.

Senza lo stato di trance, tutto questo sarebbe molto difficile da attuare perché, come viene ricordato al soggetto mentre entra in trance, occorre andare “IN UN ALTRO TEMPO E IN UN ALTRO SPAZIO”.

Del resto sappiamo dalla fisica quantistica che spazio e tempo non sono due entità separate poiché entrambe costituiscono un continuum quadrimensionale ovvero lo spazio tridimensionale più il tempo e, per questo motivo, uscire dallo spazio egoico e razionale della coscienza permette un’amplificazione dell’immagine che essendo prodotta dall’emisfero destro, ha maggiore possibilità di vivere narrazioni ambientate in altre epoche, che sono comunque depositate nell’inconscio.

L’inconscio, infatti, per sua natura è astorico, atemporale, privo di contraddizioni : luogo dove tutto è possibile”.

Quali sono i benefici della regressione?

“I benefici della regrassione che, come si evince da quanto fin qui detto, non è di tipo assertivo  – propositivo bensì immaginativo esplorativo, sono molteplici già dall’inizio della seduta ancor prima di prendere contatto con il nucleo che si desidera esplorare, poiché lo stato di rilassamento comporta la variazione di determinati parametri, come la diminuizione della pressione arteriosa, il silenziamento dell’attività simpatica, l’aumento degli ormoni del benessere (melatonina, serotonina, dhea e al.), l’aumento del ritmo alfa all’EEG, la stabilizzazione della frequenza cardiaca e del respiro.

La variazione di questi parametri diminuisce la coscienza razionale per dar spazio al solo linguaggio emotivo ed immaginativo“.

E’ una terapia che può essere eseguita su tutti?

“Sebbene la trance rilassante vada bene per tutti, nella terapia regressiva essa è solo la parte iniziale della metodica: in fondo alla pratica vi stanno i contenuti inconsci che emergeranno, ed è per tale motivo che non può essere eseguita su tutti: benché tenda a curare svariati disagi di natura fisica e psichica (stati d’ansia, ossessivi, DAP, disturbi alimentari, disagi relazionali, alcuni traumi, fobie, malattie psicosomatiche, ecc), in realtà chi si sottopone alla regressione deve avere un buon equilibrio psichico, tale da reggere la portata delle emozioni che fuoriescono dalla trance.

Soggetti affetti da psicosi, depressioni maggiori, sindromi borderline, donne in stato di gravidanza, minorenni, cardiopatici ed epilettici non possono accedervi, poiché i contenuti inconsci potrebbero comportare un aggravamento del già precario stato psichico.

Nei minorenni e nelle donne in stato di gravidanza, la precarietà psichica è ovviamente a tutela di una condizione transitoria: un adolescente crescendo stabilizzerà maggiormente il suo Io e la donna dopo il parto potrà accedere a forti emozioni, ma non prima.

Occorre, dunque, prima di iniziare le sedute regressive, effettuare una corretta diagnosi differenziale, motivo per cui, tale tecnica non dovrebbe essere guidata da operatori non psicoterapeuti (medici o psicologi) che non abbiamo dimestichezza con la cura della psiche.

Fermo restando la grande capacità ed esperienza di alcuni studiosi della materia, che pur non essendo psicoterapeuti – hanno con le loro ricerche – dato grandi contributi allo sviluppo della stessa, e che pertanto hanno acquisito capacità cliniche rilevanti.

Altra attenzione da porre è sull’uso dell’autoregressione: fortemente sconsigliati i manuali e cd “fai da te”, per i motivi già menzionati: un soggetto con gravi disturbi di personalità, non può gestire da solo i contenuti inconsci che via via emergono, pena il rischio di seri scompensi psichici.

Fatte salve queste eccezioni, l’ipnosi regressiva è una metodica sicura che non comporta alcun rischio, ed in cui il soggetto che vi si sottopone, è consapevole di ciò che accade e può in qualunque momento decidere di bloccare l’esperienza, senza ripercussioni sia sul piano psichico che su quello somatico”.

Anche chi non crede all’esistenza delle vite precedenti, può sottoporsi alla terapia regressiva?

“La risposta è senza dubbio alcuno si, perché i contenuti emersi in trance , indipendentemente dall’essere ascrivibili a secoli passati, sono espressione mitopoietica dell’inconscio, nel senso che per sua natura l’inconscio tende alla narrazione attraverso immagini: esattamente come nel sogno. Tale narrazione – come succitato – è ricca di simboli che, una volta interpretati e compresi, aprono le porte non solo alla guarigione, ma soprattutto alla comprensione e, quindi, alla cura dell’anima attraverso la cura del corpo.

Occorre fare una distinzione tra cura e guarigione, poiché comprendendo il senso e lo scopo del disagio, ci si potrà prendere cura di esso (ad esempio una predisposizione ad un certo tipo di malattia fisica o psichica), consapevoli delle strategie da utilizzare per ridurne la sintomatologia fino al punto, da debellarla del tutto; oppure ( ma questo va valutato da soggetto a soggetto) nel caso in cui non è possibile debellarla, creare le condizioni per un’accettazione e una migliore convivenza col disagio stesso: e per quanto questo possa sembrare non risolutiva l’accettazione, in realtà, apre le porte all’anima per un cammino più ampio rispetto alla ristretta materialità.

Posso affermare che spesso i miei pazienti hanno trovato non solo grande beneficio per i propri disagi dall’utilizzo di questa metodica, ma anche un ampliamento della loro visione dell’esistenza e, quindi, del loro rapporto non solo con la materia, ma anche con gli altri, col senso della vita e della morte e di conseguenza con lo spirito.

Ovviamente, non è per tutti così: alcuni soggetti rimangono abbastanza resistenti all’entrata nel mondo INFERO parafrasando James Hillman, intendendo con infero ciò che alberga nelle profondità di ognuno di noi, e che quasi sempre non ci piace perché lo riteniamo riprovevole: e spesso lo è “.

 

Dott.ssa Giusi Polizzi
Psicoterapeuta Psicoanalitica
Psicodrammatista Analitica
Ipnoterapeuta
Psicologa Archetipica
Psicosomatista

Commenti

  1. Francesco scrive:

    Salve,ho 50 anni e mi porto un problema caratteriale dietro da sempre.le spiego:non mi riesce ad esprimere come vorrei la mia personalità, non riesco a tramutare in azione cio che vorrei col pensiero

  2. M. Grazia scrive:

    Sono la mamma di una bambina di 9 anni con mutismo selettivo persistente, evidenziatosi nell’età prescolare.
    Vorrei sapere se possibile incidere su tale problema con l’ipnosi regressiva, se lei si occupa anche di bambini e se si può tentare in genere una terapia tenuto conto della scarsa collaborazione che sicuramente mostrerebbe mia figlia.
    La ringrazio anticipatamente.

  3. alessandro scrive:

    sig.ra dott. ssa polizzi,avrei forse bisogno del suo aiuto se e’ possibile,come posso mettermi in vostro contatto?…………mi faccia sapere,se vuole..molte grazie…..aspetto una vostra risposta se e’ possibile. alessandro fatale(roma)

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