Coronavirus

Big data, droni e robot: Cina “hi-tech” contro l’epidemia

di oggisalute | 20 febbraio 2020 | pubblicato in Attualità
drone

Gli abitanti del villaggio di Huozhuangzi, nella municipalità di Tianjin, Nord della Cina, hanno acquisito familiarità con il loro ‘ronzio’. Ormai con regolarità sopra le loro teste si alzano in volo dei droni che spruzzano disinfettanti in ogni angolo delle aree pubbliche. La lotta al nuovo coronavirus è fatta anche di questo. La Cina schiera risorse umane e tecnologie. E aziende e università sono al lavoro per offrire new entry da reclutare per la causa. Dai robot che misurano la temperatura corporea e potrebbero scendere in campo ad esempio negli aeroporti e in generale alle ‘porte d’ingresso’ del Paese, dove c’è un flusso massiccio e costante di persone in arrivo e in uscita, fino all’utilizzo di piattaforme di analisi dei big data per trovare i contatti dei casi confermati o sospetti di contagio.

Il vantaggio dei droni è la velocità: in un’ora sono in grado di completare una disinfestazione e tutti sono consapevoli dell’importanza di igienizzare il più possibile i luoghi pubblici ai fini della battaglia nazionale contro l’epidemia, ha spiegato Huo Junxin, presidente della Xinshunyue Agricultural Machinery Cooperative. Questa realtà ha due ‘mezzi aerei’ senza pilota per spruzzare prodotti per trattare risaie e campi di grano. Ora, reimpostando parametri di volo come altezza e distanza, questi droni vengono utilizzati per spruzzare liquidi disinfettanti su strade, scuole, parchi e altri spazi pubblici. “Si risparmia manodopera evitando al contempo infezioni sul lavoro”, ha evidenziato l’esperto. Le cooperative rurali hanno svolto un ruolo nel lavoro di prevenzione e controllo delle epidemie nelle aree agricole cinesi introducendo strumenti come droni e trattori per i lavori di disinfezione di massa nei villaggi e nelle città.

Scendendo dal cielo sulla terra, c’è chi lavora su robot per lo screening della temperatura nelle folle. Un’università cinese ne ha sviluppato uno che è stato messo in produzione. Se con la misurazione manuale si può controllare una persona per volta, il robot sviluppato dal team può acquisire immagini termiche e rintracciare le immagini facciali delle persone con la febbre, ha spiegato Mei Xuesong, docente all’università di Xi’an Jiaotong, nella provincia occidentale dello Shaanxi.

Dopo l’esplosione delle epidemia di nuovo coronavirus, il team – ha raccontato Mei – ha compiuto sforzi per combinare la tecnologia robotica con l’imaging termico e lo screening per sviluppare il ‘robot termometro’, e ha lavorato a un altro robot in grado di fare attività di disinfezione con un dispositivo a raggi ultravioletti, senza l’intervento umano. Entrambi i robot, ha affermato, sono adatti a servire in stazioni, aeroporti, ospedali e altri luoghi pubblici per migliorare il controllo delle epidemie e ridurre i rischi di esposizione delle persone ai patogeni. Il robot termometro, ha informato Mei, è stato prodotto su piccola scala e ha dimostrato di avere un’elevata precisione di misurazione.

Anche i big data possono contribuire a fare muro contro il virus. Per esempio velocizzando la ricerca dei contatti stretti dei pazienti positivi. Una piattaforma di analisi per esempio viene già utilizzata per questo e ha ricevuto oltre 150 milioni di controlli da quando è stata lanciata l’8 febbraio. Inserendo nomi e numeri di carta d’identità dopo aver scansionato il Qr code, gli utenti singoli possono verificare se hanno preso gli stessi voli, treni o autobus di casi confermati o sospetti.

La piattaforma ha offerto il servizio anche a oltre 80 organizzazioni, ricevendo il supporto dati dalla Commissione sanitaria nazionale, dal ministero dei Trasporti, dalla China Railway e dall’Aviazione civile cinese. Sicurezza delle informazioni e privacy vengono garantite, hanno precisato i gestori della piattaforma.

(Fonte: Adnkronos)

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