Oncologia

Tumori alla gola triplicati
negli ultimi dieci anni

di oggisalute | 5 settembre 2019 | pubblicato in Attualità
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I casi di tumore della gola continuano a crescere in Italia e nel mondo. E nel prossimo decennio, secondo stime allarmanti, sono destinati ad aumentare in maniera esponenziale. Il principale responsabile è il virus del Papilloma umano (Hpv), un’infezione molto diffusa, trasmessa prevalentemente per via sessuale e nella maggior parte dei casi asintomatica. Ad accendere i riflettori sono gli esperti internazionali coinvolti nel trattamento dei tumori dell’orofaringe, che per la prima volta si riuniranno in Italia, a Roma, per il VII Congresso mondiale dell’International Academy of Oral Oncology (Iaoo), in programma dall’1 al 3 settembre.

“Negli ultimi 10 anni i tumori orofaringei sono aumentati del 300%, soprattutto in relazione all’aumento di infezioni da Hpv, responsabile in Italia del 40% dei casi, percentuale che sale all’85% negli Stati Uniti. Tuttavia ci aspettiamo un’ulteriore crescita di questi tumori – avverte il presidente del congresso Giuseppe Spriano, responsabile di Otorinolaringoiatria all’Irccs Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University – legata al virus poiché la prevalenza è 18 volte superiore rispetto al passato”.

Ad aprire l’evento mondiale sarà il professor Harald Zur Hausen, vincitore del premio Nobel per la Medicina nel 2008 per aver scoperto la correlazione tra virus e tumori: “Fino all’inizio di questo secolo, quasi il 20% dell’incidenza globale del cancro – spiega – è stata legata a vari tipi di infezioni, tra cui virus, batteri e parassiti. Oggi esistono crescenti evidenze che questa percentuale sta aumentando: si calcola che fino al 50% di tutti i tumori è collegato a eventi infettivi”. “La vaccinazione oggi è l’arma di prevenzione più importante – sottolinea Spriano – ma la copertura è ancora lontana da quella auspicata, soprattutto nei maschi che sono maggiormente colpiti dai tumori alla gola. La riduzione d’incidenza legata alla vaccinazione richiederà comunque decenni e solo dopo il 2060 potremo assistere a una diminuzione di questi tumori”.

(Fonte: Adnkronos)

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