La scoperta dei ricercatori

Vaccini anti-cancro, risultati incoraggianti contro il melanoma

di oggisalute | 6 luglio 2017 | pubblicato in Attualità
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Due vaccini anti-cancro personalizzati si sono rivelati sicuri e hanno mostrato benefici clinici in pazienti ad alto rischio melanoma. Suscitano speranze i risultati di alcuni piccoli trial sull’uomo, descritti in due studi separati pubblicati online su ‘Nature’. I risultati dimostrano la fattibilità clinica e la sicurezza di vaccini su misura rispetto alle singole mutazioni cancerogene dei pazienti, e potrebbero dare corpo a strategie per sviluppare trattamenti personalizzati di immunoterapia anti-cancro.

La sfida è sempre quella: sviluppare trattamenti efficaci che distruggano le cellule tumorali senza danneggiare quelle sane. L’immunoterapia è un approccio promettente, ma ogni tumore di ogni singolo paziente ha un set unico di mutazioni che devono essere identificate e necessitano di ‘armi’ su misura per combatterle.

Il team di Catherine Wu del Dana-Faber Cancer Institute di Boston (Usa) descrive i risultati di un trial di fase I su un vaccino anti-cancro che bersaglia 20 neo-antigeni tumorali. I ricercatori hanno scoperto che il vaccino è sicuro e ha indotto risposte immunitarie specifiche nei partecipanti con una storia di melanoma. Quattro soggetti su sei trattati non hanno mostrato una recidiva a 24 mesi mentre gli altri due, con forme progressive di melanoma, sono stati poi sottoposti a un altro tipo di terapia (anti-Pd-1) e hanno mostrato una completa regressione del tumore.

In un lavoro separato, il gruppo di Ugur Sahin dell’Universiy Medical Center della Gutenberg University di Mainz (Germania) riferisce i risultati della prima applicazione nell’uomo di un approccio personalizzato con un vaccino a Rna, che bersaglia antigeni chiamati neo-epitopi in 13 pazienti con melanoma. In tutti i soggetti i medici hanno osservato che il vaccino potenzia la risposta immunitaria contro alcuni degli antigeni tumorali specifici dei pazienti, e in due soggetti è stata osservata l’infiltrazione di cellule T indotte dal vaccino nei tumori.

Otto dei 13 soggetti sono rimasti liberi dalla malattia a 23 mesi dal trattamento. Cinque avevano avuto una ricaduta prima di iniziare la vaccinazione: due di questi malati hanno sperimentato risposte oggettive dopo il trattamento, e uno ha registrato una completa regressione del tumore dopo la somministrazione della vaccinazione e di una terapia anti-Pd-1.

Ora sono necessari “studi controllati e randomizzati di fase II su più partecipanti per stabilire l’efficacia di queste vaccinazioni in pazienti con tipi di tumore che abbiano sufficienti mutazioni per fornire abbastanza bersagli” per un simile approccio, conclude Cornelius Melief del Leiden University Medical Center (Olanda), in un articolo di accompagnamento.

(Fonte: Adnkronos)

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