Lo rivela l'Istat

La laurea “allunga la vita”,
la mortalità è più alta con le elementari

di oggisalute | 19 giugno 2017 | pubblicato in Attualità
laureati_ftg_studenti

Sudare sui libri allunga la vita. Ovvero, come scrive l’Istat, “lo svantaggio per titolo di studio in termini di tasso di mortalità ha un gradiente che aumenta al diminuire del titolo di studio”. In pratica, per chi ha solo la licenza elementare la mortalità è maggiore rispetto ai coetanei laureati. È quanto emerge dalle tavole sulle ‘Diseguaglianze nella mortalità per causa secondo il livello di istruzione’, che sono il risultato dell’analisi dei dati relativi al progetto ‘Differenze socio-economiche nella mortalità’, i cui primi risultati sono stati pubblicati ad aprile 2016. Nelle tavole si presentano i tassi di mortalità standardizzati per titolo di studio, genere, ripartizione territoriale e cause di morte riferiti al periodo 2012-2014.

Ebbene, nella popolazione fra i 25 e gli 89 anni la mortalità per gli uomini con al massimo la licenza elementare è di 1,6 volte maggiore rispetto a quella dei coetanei laureati; per le donne con titolo di studio basso il dato è di 1,3 volte superiore rispetto a quelle con titolo di studio alto. Un andamento analogo si riscontra per quasi tutte le cause di morte. “Particolarmente alto – riferisce l’Istat – l’impatto dello svantaggio sociale per cirrosi e epatite cronica, con un incremento di mortalità di 3,5 volte per gli uomini e di 2,3 per le donne tra quanti hanno un basso titolo di studio rispetto a chi ha una laurea”. Non solo, quanto alle donne lo svantaggio legato al basso titolo di studio è particolarmente pronunciato nel Sud: la mortalità è 3,4 volte maggiore rispetto alle laureate.

I differenziali per titolo di studio sono più elevati tra gli uomini per la maggior parte delle cause di morte. Fa eccezione il diabete: la mortalità è quasi 2,6 volte superiore tra le donne con basso titolo di studio rispetto alle coetanee laureate, mentre tra gli uomini questo valore non raggiunge il doppio (1,8). Anche in questo caso, continua il report, lo svantaggio della mortalità è particolarmente accentuato nelle aree meridionali. Molto pronunciato tra gli uomini con basso livello di istruzione l’impatto delle malattie croniche dell’apparato respiratorio, con un tasso di 10,6 decessi per 10.000, quasi 2 volte superiore a quello dei laureati (5,2). I differenziali sociali per la mortalità per queste malattie presentano una bassa variabilità tra le ripartizioni territoriali.

Per i tumori si osservano tra le donne differenziali per titolo di studio più bassi (1,1) rispetto agli uomini (1,5). Tuttavia il gradiente tra le donne non ha un andamento lineare; la mortalità più alta si osserva infatti per le donne con licenza media inferiore. Una maggiore variabilità si osserva invece per i tassi di mortalità per sede di insorgenza dei tumori. Per entrambi i sessi, infine, si segnala un gradiente inverso per i melanomi, con uno svantaggio dei laureati di 1,5 volte rispetto alle persone con basso titolo di studio.

(Fonte: Adnkronos)

Lascia un commento

Protezione anti-spam *