Società italiana di neonatologia

Aumentano i parti in casa: gli esperti mettono in guardia sui rischi

di oggisalute | 14 dicembre 2016 | pubblicato in Attualità
sala_parto

Sono in aumento le donne che decidono di partorire in casa. Anche se la percentuale è ancora molto bassa rispetto al totale dei neonati (0,1%), si stima che lo scorso siano nati tra le mura domestiche circa 500 bebè. Un numero senza dubbio inferiore a quello reale, su cui mancano dati completi e a cui dovrebbero essere comunque aggiunte le nascite ‘clandestine’: i bambini di donne di altre etnie, come i Rom, che tradizionalmente partoriscono a casa, di donne non in regola con il permesso di soggiorno e altri casi. Una scelta, quella di partorire a casa, non priva di pericoli secondo la Società italiana di neonatologia: “Mette a rischio la salute del bambino e della mamma”, avvertono gli esperti.

“Il parto è un evento naturale e come tale deve essere vissuto – dicono gli specialisti della Sin – Condividiamo le ragioni di chi vorrebbe partorire nella propria casa, ma la situazione del nostro sistema sanitario ci obbliga a sconsigliare vivamente questa scelta. Tra le mura domestiche, infatti, non sono garantite le misure di sicurezza necessarie in caso di problemi che possono subentrare. Ad esempio non c’è una rete capillare di ambulanze e, quando questa è garantita, bisogna fare i conti con la vicinanza e raggiungibilità di terapie intensive neonatali”. Occorre infatti considerare che, per quanto il rischio assoluto possa essere basso, per il parto in casa è prevista una variabile associata a un aumentato rischio di patologie neonatali, se confrontato con il parto programmato in ospedale.

Tra le ragioni che spingono a scegliere di partorire in casa, c’è il fatto che l’ambiente domestico è sentito dalla donna come più intimo e confortevole, rispetto a quello ospedaliero, trattandosi di un evento naturale come la nascita. La Sin è da anni impegnata in attività per la demedicalizzazione del parto, in modo da garantire questa intimità anche in ospedale e instaurare sin da subito un contatto tra neonato e genitori. E negli ultimi anni – ricordano gli esperti – i centri nascita pubblici e privati hanno fatto grandi passi avanti affinché il parto, sia per la mamma che per il bambino, possa avvenire il più possibile in un ambiente familiare, prevedendo la presenza di entrambi i genitori, diminuendo al minimo la permanenza nella struttura sanitaria e favorendo il ‘rooming in’.

Il parto in casa è ampiamente diffuso in diversi Paesi come ad esempio l’Olanda dove, anche se con un trend decrescente negli ultimi 10-15 anni, avviene con una percentuale del 25%. In Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito diverse associazioni ostetriche e ginecologiche supportano la pratica del parto a domicilio in donne sane, correttamente selezionate, la cui gravidanza sia senza complicazioni e a basso rischio, e se adeguatamente assistite durante il parto. Le donne che vogliono partorire in casa devono essere adeguatamente informate sui rischi e su tutti gli aspetti organizzativi e medici previsti sul loro territorio rispetto ad altre realtà. Il sistema medico e organizzativo di assistenza alla maternità fa infatti la differenza.

La Società italiana di neonatologia – come del resto l’American Academy of Pediatrics e l’American College of Obstetricians and Gynecologists –  continua a sostenere che l’ospedale è il posto più sicuro dove partorire e ribadisce che partorire in casa espone mamma e neonato a rischi maggiori e imprevedibili. Alle donne che comunque scelgono il parto a domicilio, la Sin fornisce le indicazioni per affrontare la nascita nelle condizioni di maggiore sicurezza possibile, sulla base anche dell’organizzazione sanitaria di riferimento.

Eccole: 1) La donna deve essere correttamente informata sui rischi del parto a domicilio e sulla organizzazione dello stesso nella città dove intende partorire; 2) Deve esservi un presidio ospedaliero attrezzato facilmente raggiungibile; 3) Deve essere garantito un trasporto rapido in ospedale per mamma e neonato, a opera di personale esperto e addestrato nelle manovre di rianimazione; 4) Occorre pre-allertare l’ospedale con Terapia intensiva neonatale più vicino; 5) La futura mamma deve rivolgersi a un’ostetrica con training appropriato nell’assistenza sia in ospedale sia a domicilio, e che abbia documentata capacità nelle manovre rianimatorie neonatali; 6) E’ necessario garantire al neonato e alla mamma, nelle ore immediatamente dopo il parto, tutti i controlli necessari e di routine.

(Fonte: Adnkronos)

Lascia un commento

Protezione anti-spam *