I consigli dei gastroenterologi

“Una mela al giorno leva il medico di torno”,
i sette miti alimentari da sfatare

di oggisalute | 24 novembre 2016 | pubblicato in Attualità
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Una mela al giorno leva il medico di torno, caffè e vino rosso fanno male al fegato, il glutine va eliminato. Sono alcuni miti alimentari, duri a morire: a sfatarli ci pensano gli esperti di Aigo, Associazione italiana gastroenterologi ospedalieri, riuniti a Perugia fino al 26 novembre per il corso annuale ‘Innovazioni diagnostico-terapeutiche e sostenibilità economica in gastroenterologia’. Una parte dei lavori è dedicata proprio a smascherare convinzioni errate, e molto radicate, sulle diete: diffondere la cultura della sana alimentazione significa prevenire le malattie gastrointestinali.

Gli esperti si confronteranno inoltre sui nuovi farmaci per la cura dell’epatite C. “Oggi l’impegno dei medici che lavorano nella sanità pubblica è curare le persone nel miglior modo possibile, secondo le terapie e gli studi più aggiornati – sottolinea Gioacchino Leandro, presidente di Aigo – con un occhio all’appropriatezza, ovvero all’efficienza e alla sostenibilità per il sistema sanitario. L’aggiornamento costante è fondamentale come la corretta informazione al paziente”.

Per questo, prosegue, “abbiamo voluto parlare delle false credenze sull’alimentazione. Emerge ancora una volta che la dieta mediterranea, messa oggi in discussione da diete di moda e cibo spazzatura, rimane quella più salutare ed equilibrata”.

Ecco i 7 miti sfatati dai gastroenterologi:

1. Il caffè fa male al fegato. Non è vero: un moderato consumo di 2 tazzine al giorno può dare benefici contro la steatosi epatica, malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, come dimostrano diversi studi pubblicati sulla rivista scientifica americana ‘Hepatology’.

2. Il tè verde è un toccasana. E’ vero che è antiossidante, ma bisogna fare attenzione, soprattutto quando lo si assume come ingrediente all’interno di prodotti e integratori, anche dimagranti, che contengono altre sostanze. Si sono registrati casi di insufficienza epatica determinati da estratti di tè verde.

3. Il vino minaccia il fegato. Sono noti gli effetti benefici del vino nella prevenzione del rischio cardiovascolare e un moderato consumo ha anche un potere antiossidante sul fegato grazie al resveratrolo, sostanza contenuta nell’uva rossa.

4. Le erbe fanno bene. Gli estratti contenuti negli integratori alimentari (ad esempio i ’12 erbe’) possono aggravare i sintomi della sindrome del colon irritabile. Responsabile degli effetti irritanti è l’epigallocatechina-3-gallato (Egcg), il composto polifenolico presente anche nel the verde, come evidenziano studi pubblicati sulla rivista scientifica americana ‘Hepatology’.

5. La moda ‘gluten free’ fa bene. La maggior parte delle persone che segue una dieta senza glutine non è celiaca, e non ha quindi un’intolleranza genetica a questa sostanza. Il mito che alimenta questo trend in aumento risiede nella convinzione che una dieta povera dei carboidrati che contengono glutine sia dimagrante e salutare. Si rischia, invece, di ridurre il consumo di fibre contenute nei carboidrati, benefiche per la salute dell’intestino, e compensare la mancanza di pasta e pane con i grassi saturi.

6. Bere succhi di frutta è una sana abitudine. Sì, ma quali? Perché i succhi non sono tutti uguali e la differenza la fa il fruttosio, zucchero semplice che, se assunto con frequenza e abbondanza, ha l’effetto negativo di aumentare i grassi nel fegato. I succhi di frutta che ne sono ricchi vanno assunti con moderazione. Fa eccezione quello di arance rosse, che ha l’effetto invece di ridurre i grassi nel fegato.

7. Una mela al giorno leva il medico di torno. E’ la convinzione più diffusa, ma attenzione: mele e pere contengono zuccheri fermentabili che hanno effetti nocivi sulle persone che soffrono della sindrome del colon irritabile. In questi casi, è consigliabile un consumo molto ridotto di questi frutti, raccomandano gli esperti dell’Aigo che concludono: “La dieta mediterranea non sbaglia mai. E’ l’unico mito inossidabile”.

(Fonte: Adnkronos)

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