I risultati di uno studio di Harvard

Non avere amici?
Un errore che può essere fatale

di oggisalute | 25 agosto 2016 | pubblicato in Attualità
solitudine_fotogramma

Non avere amici può essere un problema non solo per la vita sociale, ma anche per la salute. Anzi, secondo una nuova ricerca condotta da un team di scienziati dell’Harvard University, isolarsi potrebbe essere un errore ‘fatale’. Insomma, la solitudine è una brutta bestia, fa terra bruciata intorno, ma anche nel cuore delle sue vittime. E infatti gli autori dello studio, riportato sul ‘Telegraph’ online, hanno osservato un collegamento fra la vita da soli e i livelli di una proteina della coagulazione del sangue che può causare attacchi di cuore e ictus.

È noto, spiegano, che l’isolamento sociale attiva segnali di stress del tipo ‘fight or flight’ (combatti o fuggi), che aumentano i livelli di fibrinogeno in previsione di lesioni o perdita di sangue. Ma troppo fibrinogeno non è buono per la salute, in quanto aumenta la pressione sanguigna e causa l’accumulo di depositi di grasso nelle arterie. I ricercatori hanno comparato i livelli della proteina della coagulazione con il numero di amici e familiari nelle reti sociali di una persona, trovando una correlazione: man mano che il numero di connessioni sociali scende, il livello di fibrinogeno sale. E’ emerso così che le persone con appena 5 contatti nelle loro reti sociali avevano livelli di fibrinogeno del 20% più alti rispetto a chi ne aveva 25. Non solo: perdere 10-12 amici, hanno appurato gli esperti, ha lo stesso effetto di cominciare a fumare.

L’idea è che la solitudine faccia sentire le persone minacciate e vulnerabili, e questo innesca una crescente risposta ‘fight or flight’ che sul lungo termine può essere letale.

“Le connessioni sociali mostrano una significativa associazione con il fibrinogeno – conclude l’autore principale David Kim dell’Harvard Medical School, citato dal quotidiano britannico – E la misurazione dell’intera rete sociale delle persone potrebbe fornire informazioni sul rischio cardiaco individuale. Se effettivamente esiste una relazione causale fra l’isolamento sociale e il fibrinogeno, e di conseguenza l’infarto e l’ictus, allora politiche e interventi finalizzati a migliorare la coesione sociale potrebbero avere anche effetti benefici sulla salute”, oltre che economici. Potere dell’amicizia.

(Fonte: Adnkronos)

Lascia un commento

Protezione anti-spam *