Bufera dopo la trasmissione "Virus" su Rai 2

Vaccini e polemiche, il virologo Burioni: “Basta falsità in tv”

di oggisalute | 17 maggio 2016 | pubblicato in Attualità
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“Per un virologo è paradossale diventare ‘virale’ su Facebook, ma è quello che mi è successo”. Fenomenologia di un camice bianco, paladino della verità scientifica sui vaccini, che diventa suo malgrado una star del web. Roberto Burioni, 53 anni, è un professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano ed è balzato in questi giorni agli onori delle cronache per essersi dovuto confrontare sul delicato tema dei vaccini, durante la trasmissione ‘Virus’ su Rai2, con Red Ronnie e altri ospiti non medici.

E se da un lato la puntata ha scatenato un’ondata di polemiche con tanto di interrogazione urgente targata Pd in Commissione di Vigilanza, dall’altro il post su Facebook con cui il camice bianco contestava la scelta di “mettere sullo stesso piano” le affermazioni di un medico che studia i vaccini “da una vita” e quelle “false” di “tre personaggi che non sanno né cosa sia un virus né cosa sia un vaccino” ha collezionato un boom di visualizzazioni, quasi 5,3 milioni. Per Burioni a rendere ancora più intollerabile la vicenda è che tutto è successo “in una televisione pubblica, sostenuta dalle nostre tasse. I nostri soldi – ribadisce all’AdnKronos Salute – andrebbero usati per difendere la salute pubblica e non per diffondere notizie sbagliate e pericolose che potrebbero spingere i genitori a scelte rischiose come quella di non vaccinare i propri figli. E’ come se lo Stato investisse denaro pubblico per rendere sicure le strade e poi, sempre con i nostri soldi, comprasse dell’olio e lo versasse all’altezza di una curva pericolosa”.

Lo specialista lancia invece un appello alle istituzioni: “A causa delle mancate vaccinazioni oggi i virus sono tornati a circolare, in particolare il morbillo – avverte – In Italia abbiamo ogni anno 1.500 bimbi che si trovano a combattere contro la leucemia (il 90% guarisce) e altri 6 mila che sono immunodepressi e non si possono vaccinare. Tutti loro vengono messi a rischio dai non vaccinati. Dobbiamo proteggerli subito, arrivando anche a imporre le vaccinazioni. E’ indispensabile renderle obbligatorie e condizionare a questo l’accettazione dei bambini nelle scuole. Lo Stato serve a proteggere i più deboli, anche dalla follia di alcuni genitori. Perché non succeda più che un bimbo che ha sconfitto la leucemia e guarda alla vita dopo essersi salvato, muoia di morbillo perché qualche sprovveduto non ha vaccinato il proprio figlio”.

Burioni è papà di una bambina di 5 anni, Caterina. Ed è proprio per il suo ‘mestiere di padre’ che il docente universitario è entrato in contatto con altri genitori. “All’uscita da scuola, alle feste di compleanno, al mare, mi è capitato di sentir dire a diverse mamme che non vaccinavano i figli”. Allora Burioni che non era certo un ‘animale da social network’, ma un semplice utente di Facebook “con un centinaio di amici”, ha deciso per la prima volta di scrivere un post pubblico. Era il 22 settembre 2015. La sorpresa sono state le oltre 22 mila condivisioni ottenute da quel primo post.

L’alto interesse riscosso, spiega lo specialista, “mi ha fatto pensare che ci fosse un bisogno inascoltato. Il bisogno che qualcuno spiegasse le cose in maniera semplice, ma portando tutte le evidenze scientifiche. C’è una differenza fra dire e spiegare”. Da quel momento l’esperto si fa vivo su Facebook in media una o due volte a settimana: “Tento di utilizzare la mia esperienza di professore e di metterla a servizio dei genitori. Inserisco informazioni, spiego perché i vaccini non causano autismo né epilessia, cerco di far sì che l’unica fonte non siano cialtroni che dicono bugie e quindi io devo spiegare come stanno scientificamente le cose, meglio di loro. Mi ha fatto piacere che tanti papà e mamme dubbiosi si siano tranquillizzati e alla fine abbiano vaccinato”.

Quello che è successo nello studio di ‘Virus’, continua, “è una caricatura di qualcosa che avviene anche nella realtà quotidiana: viene chiamato un critico musicale a parlare di vaccini e non si può fare”. Per ristabilire la verità scientifica, Burioni racconta “storie vere di oggi, non del passato. Storie che raccontano di una ragazza morta di morbillo a 28 anni, di un neonato stroncato dalla difterite, di un campione australiano di nuoto, medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Londra nel 2012”, che per le complicanze scaturite da una varicella contratta a 6 anni ha subito l’amputazione di una gamba. Il tutto condito da approfondimenti scientifici, dati, studi, spiegati in maniera semplice.

“Una delle convinzioni dure a morire – osserva Burioni – è che il vaccino provochi autismo. Non è vero e ci sono dati su dati che lo dimostrano, per esempio l’incidenza è rimasta identica in Giappone dove per motivi di paura c’è stato un periodo in cui le coperture della vaccinazione trivalente sono crollate quasi a zero. Un’altro chiodo fisso è che si facciano troppi vaccini a bimbi troppo piccoli, ma è quello il momento in cui hanno bisogno di una maggior difesa. O ancora si crede che i vaccini siano solo un grande affare per le case farmaceutiche, ma è chiaramente falso. Basti pensare che la vaccinazione esavalente ha rappresentato lo 0,4 % della spesa medica complessiva del 2013, neanche 80 milioni. Il problema semmai è che le aziende non investono in vaccini”.

E i genitori scettici “spesso hanno un livello culturale e sociale alto. Invece gli immigrati, per esempio, si vaccinano perché ricordano le conseguenze devastanti di certe malattie”. Il docente precisa: “Mentre ritengo che non sia un diritto di tutti dire la propria sui vaccini se non si conosce la materia – e nel caso specifico, un critico musicale come Red Ronnie non aveva il diritto di farlo – sono altrettanto convinto che i genitori abbiano il diritto ad avere paura, di ricevere spiegazioni e capire a cosa servono i vaccini, perché funzionano e perché non sono rischiosi. E se non lo capiscono è colpa mia”.

Delle conseguenze della trasmissione ‘Virus’, prosegue Burioni, “mi hanno colpito per esempio i commenti di critica ricevuti da Red Ronnie sul suo profilo. Quando parla di musica viene stimato e piace anche a me, ma fa una figuraccia se parla di qualcosa che non conosce, come succederebbe a me se parlassi di storia del rock’n’roll”. Allo stesso modo i medici, “che consigliano comportamenti pericolosi contro le evidenze scientifiche”, secondo lo specialista dovrebbero essere sottoposti a procedimento disciplinare. Spero che finalmente succeda”.

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