Lo rivela uno studio pubblicato su "Lancet"

Aborto, interrotto un quarto di gravidanze
nel mondo tra il 2010 e il 2014

di oggisalute | 12 maggio 2016 | pubblicato in Attualità
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I tassi di aborto sono diminuiti significativamente tra il 1990 e il 2014 nelle zone del mondo più sviluppate. Tuttavia, nello stesso periodo, sono rimasti sostanzialmente invariati nelle regioni in via di sviluppo. Queste le conclusioni di un nuovo studio condotto dal Guttmacher Institute e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) pubblicato su ‘Lancet’. Gli autori stimano anche che nel 2010-2014 un quarto di tutte le gravidanze in tutto il mondo si sia concluso con l’aborto.

I ricercatori hanno scoperto inoltre che, anche se il tasso di aborto generale è diminuito nel corso dei 25 anni considerati, il numero assoluto di aborti ogni anno cresce come conseguenza dell’aumento  della popolazione: a livello globale, il numero annuo di aborti è cresciuto di quasi 6 milioni, da 50,4 milioni nel periodo 1990-1994 a 56,3 milioni nel 2010-2014. Il tasso di aborto stimato nel 2010-2014 risulta di 35 per 1.000 donne. Ripartito per stato civile, risulta di 36 per 1.000 fra le donne sposate e di 25 per 1.000 fra le non sposate.

La percentuale di gravidanze concluse con un aborto è scesa nelle regioni sviluppate, dal 39% nel 1990-1994 al 28% nel 2010-2014. Al contrario, è cambiata molto Poco nei paesi in via di sviluppo, dal 21% al 24% nello stesso arco di tempo. Tuttavia, la maggiore percentuale di gravidanze che terminano in aborto si registra in America Latina e nei Caraibi (dal 23% al 32%), Sud e in Asia centrale (dal 17% al 25%), e Sud Africa (dal 17% al 24%).

“Queste tendenze suggeriscono che le donne e le coppie nel mondo sviluppato riescono maggiormente a evitare gravidanze indesiderate, la causa della maggior parte degli aborti nel corso degli ultimi due decenni – spiega Gilda Sedgh, autore principale dello studio – Gli alti tassi di aborto sono correlati ad alti livelli di insoddisfatte necessità contraccettiva. I nostri risultati indicano che in molte regioni in via di sviluppo le donne non hanno i servizi di contraccezione e non sono in grado di prevenire le gravidanze che non vogliono”.

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