Nuove speranze dalla crioconservazione

Futuro “fertile” per mamme e papà
anche dopo il tumore

di oggisalute | 24 marzo 2016 | pubblicato in Attualità
sperimentazione clinica

Ogni giorno in Italia vengono diagnosticati 30 nuovi casi di tumore in pazienti che hanno meno di 40 anni. I giovani survivors oncologici oggi possono sperare in un futuro fertile grazie alle tecniche di crioconservazione: nel Lazio è già possibile criocongelare gameti sia maschili che femminili grazie alla banca degli ovociti dell’Istituto Regina Elena di Roma e alla banca del seme del Policlinico Umberto I, la prima in Italia, attiva fin dagli anni ’80.

“Il periodo finestra tra il momento in cui il paziente riceve la diagnosi di tumore e l’inizio della terapia è l’unico spazio utile per la crioconservazione dei gameti – afferma Andrea Lenzi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia – i centri di crioconservazione devono essere vicini all’utenza in modo che la procedura non ritardi l’inizio delle terapie e al tempo stesso qualificati per gestire il processo di crioconservazione, sottoposto a rigide norme di sicurezza per evitare scambi di gameti o possibili inquinamenti da virus, batteri ed altro”

È in arrivo un documento di consenso sulla crioconservazione redatto da SIE, AIOM e SIGO per assicurare percorsi sicuri e accessibili e attivare una rete di centri di oncofertilità in grado di rispondere tempestivamente alle esigenze dei pazienti.

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