Progetto per la telemedicina in diabetologia

Diabete, gli esperti rispondono
alla sfida della medicina digitale

di oggisalute | 24 dicembre 2015 | pubblicato in Attualità
diabete175959_20708

Annunciato, nel corso del convegno di presentazione del Diabetes Web Report svoltosi al Ministero dello Sviluppo Economico, il progetto di medicina digitale di AMD – Associazione Medici Diabetologi.

“Lo scorso anno, il Ministero della Salute ha presentato il ‘Patto per la Sanità Digitale’ che, tra gli altri, pone l’obiettivo di disegnare un master plan quinquennale 2015–2019 per l’eHealth, identificando i possibili ambiti di attivazione di iniziative capaci di innescare l’innovazione digitale in sanità”, spiega Nicoletta Musacchio, presidente AMD. “Recentemente, un interessante articolo pubblicato su The Lancet Diabetes and Endocrinology ha messo in luce come si stia sempre più sviluppando il ricorso, da parte dei cittadini, all’impiego di app dedicate alla salute, la cosiddetta mHealth, anche nel mondo del diabete”, aggiunge.

Secondo i dati del rapporto messo a punto dal Diabetes Web Observatory Group, in collaborazione con Dipartimento di Medicina dei Servizi dell’Università di Roma Tor Vergata, Italian Barometer Diabetes Observatory IBDO Foundation e Medi-Pragma, emerge chiaramente l’importanza dei mezzi di comunicazione digitale per chi è affetto da diabete: ben 1 persona con diabete su 5 naviga in rete alla ricerca di informazioni, notizie e aggiornamenti e 1 su 6 discute con il proprio medico ciò che ha trovato in Internet.

“Questo è un lato della medaglia della ‘diabetologia digitale’ – ha commentato Domenico Mannino, vicepresidente AMD, durante i lavori del convegno – l’altra faccia è costituita dall’ormai pluri-quotidiano ricorso dei nostri assistiti alla comunicazione e-mail, per cercare risposte e conferme ai problemi correnti legati alla gestione di una malattia cronica come il diabete. In fin dei conti, quello che le persone ci chiedono è abbastanza semplice e comprensibile: essere assistite a casa o sui luoghi di lavoro, essere controllate periodicamente, avere consigli per autogestire la malattia e prevenire i peggioramenti, essere aiutate ad affrontare momenti di crisi, avere accesso all’assistenza in ogni momento. Tutto questo è e sarebbe possibile grazie alle nuove tecnologie di comunicazione.”

“Sarebbe possibile – aggiunge Mannino -, ma di fatto non lo è, perché questo tipo di assistenza a distanza, esso pure telemedicina, non è riconosciuto. È una di quelle pratiche che tutti noi, e probabilmente molti colleghi in altri ambiti medici, facciamo, ma i Lea non le contemplano. Anzi, siamo costretti a compierle ‘clandestinamente’, spesso attraverso la nostra mail personale e non aziendale, con tutti i rischi, anche legali, conseguenti”.

Annunciato, nel corso del convegno di presentazione del Diabetes Web Report svoltosi al Ministero dello Sviluppo Economico, il progetto di medicina digitale di AMD – Associazione Medici Diabetologi.

“Lo scorso anno, il Ministero della salute ha presentato il ‘Patto per la Sanità Digitale’ che, tra gli altri, pone l’obiettivo di disegnare un master plan quinquennale 2015–2019 per l’eHealth, identificando i possibili ambiti di attivazione di iniziative capaci di innescare l’innovazione digitale in sanità”, spiega Nicoletta Musacchio, Presidente AMD. “Recentemente, un interessante articolo pubblicato su The Lancet Diabetes and Endocrinology ha messo in luce come si stia sempre più sviluppando il ricorso, da parte dei cittadini, all’impiego di app dedicate alla salute, la cosiddetta mHealth, anche nel mondo del diabete”, aggiunge.

Secondo i dati del rapporto messo a punto dal Diabetes Web Observatory Group, in collaborazione con Dipartimento di Medicina dei Servizi dell’Università di Roma Tor Vergata, Italian Barometer Diabetes Observatory IBDO Foundation e Medi-Pragma, emerge chiaramente l’importanza dei mezzi di comunicazione digitale per chi è affetto da diabete: ben 1 persona con diabete su 5 naviga in rete alla ricerca di informazioni, notizie e aggiornamenti e 1 su 6 discute con il proprio medico ciò che ha trovato in Internet.

“Questo è un lato della medaglia della ‘diabetologia digitale’ – ha commentato Domenico Mannino, Vicepresidente AMD, durante i lavori del convegno – l’altra faccia è costituita dall’ormai pluri-quotidiano ricorso dei nostri assistiti alla comunicazione e-mail, per cercare risposte e conferme ai problemi correnti legati alla gestione di una malattia cronica come il diabete. In fin dei conti, quello che le persone ci chiedono è abbastanza semplice e comprensibile: essere assistite a casa o sui luoghi di lavoro, essere controllate periodicamente, avere consigli per autogestire la malattia e prevenire i peggioramenti, essere aiutate ad affrontare momenti di crisi, avere accesso all’assistenza in ogni momento. Tutto questo è e sarebbe possibile grazie alle nuove tecnologie di comunicazione.”

“Sarebbe possibile – aggiunge Mannino -, ma di fatto non lo è, perché questo tipo di assistenza a distanza, esso pure telemedicina, non è riconosciuto. È una di quelle pratiche che tutti noi, e probabilmente molti colleghi in altri ambiti medici, facciamo, ma i Lea non le contemplano. Anzi, siamo costretti a compierle ‘clandestinamente’, spesso attraverso la nostra mail personale e non aziendale, con tutti i rischi, anche legali, conseguenti”.

Lascia un commento

Protezione anti-spam *