Presentato a Roma il Libro Bianco delle Malattie Infettive

Bioterrorismo: “Italia pronta,
protocolli avviati contri i rischi”

di oggisalute | 26 novembre 2015 | pubblicato in Attualità
bioterrorismo

Attualità, cronaca e prevenzione in queste ore di grande tensione e massima all’erta. Si è parlato anche di bioterrorismo durante la conferenza stampa moderata da Laura Berti del Tg2 Salute di presentazione del Libro Bianco delle Malattie Infettive, tenutasi nella sala Isma del Senato, alla presenza di Antonio Chirianni, presidente SIMIT, Direttore Dipartimento Malattie Infettive ed Urgenze Infettivologiche – Azienda   Ospedaliera  Ospedali dei Colli ”Monaldi-Cotugno-CTO”, Napoli, di Massimo Andreoni., primario Malattie Infettive PTV Università Tor Vergata; Massimo Galli, vicepresidente SIMIT, e Primario all’Ospedale Sacco di Milano e Marco Tinelli, segretario SIMIT, primario Ospedale di Lodi; infine Tullio Prestileo, consigliere SIMIT, Ospedale Civico-Benfratelli Palermo che ha posto l’accento sull’equazione migranti-malattie infettive.

IPOTESI BIOTERRORISMO – “Al momento da un punto di vista teorico siamo pronti, ma purtroppo non possiamo prevedere scenari qualora si verificasse un’emergenza – ha dichiarato Andreoni – Dotarsi di una rete di malattie infettive è l’unico sistema per poter affrontare gravi problemi e emergenze. I protocolli di intervento coinvolgono nord, centro e sud, perché includono istituzioni distribuite su tutto il territorio nazionale. Abbiamo poi dei centri di riferimento, gli ospedali Sacco e Spallanzani, qualora si verificassero delle dispersioni di agenti biologici che richiedono il contenimento in zone ad altissima capacità di isolamento”.

“Maneggiare un agente bioterroristico – chiarisce Massimo Galli – non è cosa semplice neanche per chi fosse abituato o avesse intenzione di farlo. Anche nell’eventualità tragica di un kamikaze, il rischio più evidente è rappresentato dal trasporto, e sta nel raggiungere la posizione giusta nei tempi giusti, e il rischio di fallire nell’attacco è altissimo. La cosa apparentemente più semplice potrebbe essere attaccare le fonti idriche, ma sarebbe più conveniente farlo con mezzi chimici piuttosto che con tossine, batteri e microorganismi capaci di provocare un’epidemia. Si potrebbe infine – conclude Galli – sviluppare un attacco per via aeree, ma anche in questo caso servono strumenti adatti. Quindi direi che, il rischio di questa tipologia di attacchi con simili armi è basso, ma è importante mantenere, al contempo, un alto stato di allerta e l massima attenzione”.

Commenti

  1. marcobaldo1@aliceposta.it scrive:

    e possibile un attacco bioterroristico ,
    e importamtissimo fare un lavoro di prevenzione, sia sugli alimenti che ambientale.
    Eimportante capire se sono prodotti certificati con bollino europeo:
    E quindi fondamentale capire come tenersi informati.

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