Premiato con lo Sheila Essey Award 2015

L’italiano Adriano Chiò eccellenza mondiale nel campo della Sla

di oggisalute | 25 marzo 2015 | pubblicato in Attualità
chiò

L’American Academy of Neurology e l’Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS) Association hanno assegnato lo Sheila Essey Award 2015 al professor Adriano Chiò, direttore del Centro per la Sclerosi Laterale Amiotrofica dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e del Dipartimento di Neuroscienze, Clinica Neurologica II, dell’Università di Torino. Lo Sheila Essey Award, che costituisce il massimo riconoscimento mondiale nel campo della SLA, premia i più significativi contributi di ricerca nel campo dello studio della causa, della prevenzione e della cura della SLA. Chiò riceverà il premio in occasione del 67° Meeting dell’American Academy of Neurology a Washington, DC, 18-25 aprile 2015. Il Meeting annuale dell’American Academy of Neurology è il maggiore congresso mondiale di neurologia, riunendo oltre 12.000 neuroscienziati di tutto il mondo.

Il professor Chiò è stato premiato per le ricerche basate sul Registro Piemontese per la SLA, che ha permesso di identificare vari aspetti della SLA, fra i quali i rischi ambientali, la sua progressione e la sua sopravvivenza. Ha fornito contributi fondamentali all’identificazione dei geni della malattia, fra i quali il gene più comune della SLA, C9ORF72. Chiò è stato tra i primi a descrivere l’aumento di rischio di SLA tra i calciatori professionisti ed il potenziale rischio che l’attività fisica ed i traumi possono giocare nell’indurre la malattia. Il registro Piemontese per la SLA ha dimostrato che la SLA non è una semplice malattia, ma un insieme di patologie clinicamente simili con cause diverse. Questa scoperta rappresenta un passo fondamentale verso lo sviluppo di trattamento personalizzato e terapie efficaci nel rallentare il decorso della malattia. Chiò ha dichiarato “Sono molto onorato di ricevere lo Sheila Essey Award. Questo riconoscimento rappresenta una forte motivazione a procedere con sempre maggiore dedizione verso l’obiettivo di un mondo senza SLA”.

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