Lo rivela uno studio sulla "skunk"

Allarme super-cannabis: aumenta
rischio di malattie mentali

di oggisalute | 18 febbraio 2015 | pubblicato in Attualità
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Un consumo frequente di una potente varietà di cannabis, come la “skunk” o puzzola, aumenta notevolmente il rischio di sviluppare una malattia mentale, secondo uno studio pubblicato dal The Lancet British medical journal.

Gli individui che consumano la “skunk”  (una varietà di cannabis con una forte capacità psicotrope) hanno più probabilità di sviluppare malattie mentali che e’ cinque volte piu’ alto per chi fa uso di cannabis ogni giorno. Lo studio del King’s College di Londra è stato condotto mettendo a confronto 410 pazienti di un ospedale psichiatrico tra i 18 e i 65 anni che presentavano i primi sintomi di psicosi con 370 persone sane.

Questa probabilità cade per tre volte di più per il consumo solo il fine settimana e due volte più per consumo ridotto a meno di una volta alla settimana. D’altra parte, lo studio non ha trovato alcun legame tra il consumo di hashish (meno potente varietà di cannabis) e lo sviluppo della malattia mentale. “I risultati mostrano che il rischio di psicosi nei consumatori di cannabis dipende dalla frequenza d’uso e la potenza della cannabis,” ha dichiarato Marta Di Forti, autore principale dello studio.

“L’uso di hashish non è associata con un aumentato rischio di psicosi”. L’Hashish contiene meno THC (tetraidrocannabinolo, la molecola responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis) come la “skunk”.

“I nostri risultati dimostrano l’importanza della consapevolezza del rischio connesso con l’uso di cannabis ad alta potenza, soprattutto in un momento quando queste varietà stanno diventando sempre più disponibili”.

L’anno scorso, l’Uruguay divenne il primo paese al mondo a legalizzare la produzione e la vendita di cannabis, mentre quattro stati degli Stati Uniti hanno regolato il relativo uso per scopi ricreativi. La cannabis è la droga illecita più comunemente usata in Europa (73,6 milioni di 15-64 anni hanno sperimentato nella loro vita, o il 21,7% degli adulti europei), secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt).

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