Alimentazione e allergie: come non correre rischi durante le feste

di oggisalute | 14 dicembre 2012 | pubblicato in Nutrizione
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Far attenzione alle piante, tra le quali la stella di Natale, che puo’ provocare negli allergici sintomi simile a quelli delle allergie al lattice; massima cautela per l’albero di Natale, che libera dentro casa le muffe che cresciute su tronco e rami, capaci di causare rinite e asma; fare test per capire la possibilita’ di incorrere in reazioni piu’ o meno gravi; evitare la farmacia alternativa, che puo’ contenere parti pericolosissime per gli allergici e portare con se’ gli antistaminici. Sono le 5 regole degli allergologi della Siaic (Societa’ italiana allergologia ed immunologia clinica) per evitare problemi durante le festivita’.

La Siaic invita innanzitutto a stare attenti alle allergie alimentari, che riguardano l’8% dei bambini e il 3% degli adulti. ”Gli alimenti piu’ pericolosi – ricorda – sono quelli della frutta a guscio, quali noci, mandorle e nocciole”.

Oggetto di allergie sono anche i crostacei, quali aragoste e gamberoni. E’ consigliabile avere sempre con se’ gli antistaminici, ma per i soggetti piu’ a rischio, o che hanno avuto gia’ in precedenza shock anafilattici, questi non possono bastare. ”Per loro e’ indispensabile il salvavita, l’adrenalina con l’ausiliatore, ma lo dovrebbe usare – spiega Oliviero Rossi, allergologo della Siaic – soltanto chi ha avuto reazioni gravi, da pronto soccorso. Una percentuale che aumenta sempre di piu’: le reazioni gravi agli alimenti, quelli che portano le persone a rivolgersi al pronto soccorso, crescono di un 3% ogni anno.

Questo perche’ c’e’ un incremento di questi alimenti manipolati, additivi e conservanti: li contengono il 90% dei prodotti in vendita al supermercato, che possono provare anche fenomeni simili a quelli allergici”.

Non bisogna fare attenzione solo a tavola: la tipica pollinosi dicembrina e’ quella da cipresso, che interessa solo le regioni in cui fa parte significativamente della flora locale. ”La pollinosi da cipresso, proprio per il periodo in cui si manifesta, viene spesso ritenuta un raffreddore invernale”, spiega Cristoforo Incorvaia, allergologo Siaic.

”La diagnosi – aggiunge – puo’ essere quindi tardiva e viene fatta se la persistenza dei sintomi nei mesi successivi, dato che il polline viene prodotto fino a primavera e conduce il paziente dall’allergologo. Si verifica prevalentemente nelle regioni del Centro-Sud, dove si stima che 1 persona su 4 sia allergica, rispetto a 1 su 10 del Nord”.


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