Accellerano il processo d'invecchiamento dell'organo

Il fumo fa male anche al cervello

di oggisalute | 27 novembre 2012 | pubblicato in Ricerca
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Il fumo fa male non solo al cuore e alle arterie ma puo’ fare “marcire” anche il cervello, danneggiando la memoria e le capacita’ logiche e di apprendimento. Non solo: il rischio di infarto o di ictus e’ “significativamente associato al declino cognitivo”, addirittura fino alla demenza o all’Alzheimer.

E’ quanto emerge da una ricerca del King’s College di Londra, di cui riferisce la Bbc. Lo studio e’ stato condotto su 8.800 persone over 50 ed e’ stato pubblicato sulla rivista Age e Ageing; gli scienziati hanno raccolto una serie di dati sulle condizioni di salute e sullo stile di vita dei pazienti, sottoponendoli a diversi test cognitivi. Le ‘cavie’ sono state tutte testate di nuovo a distanza di quattro e otto anni. I risultati sono sorprendenti e dimostrano che tra malattie cardiovascolari – spesso provocate o aggravate dalle ‘bionde’ – e patologie cognitive esiste una stretta correlazione; anzi, chi e’ piu’ soggetto al rischio di ictus o infarto presenta anche un maggiore deterioramento delle condizioni del cervello.

Inoltre, i fumatori hanno registrato punteggi piu’ bassi nei test di memoria e apprendimento. “Sappiamo tutti che fumare, avere la pressione alta, alti livelli di colesterolo e essere sovrappreso fa male al cuore. Queste ricerca dimostra che fa male anche al nostro cervello”, ha commentato la societa’ di Alzheimer. “Il declino cognitivo diventa piu’ comune con l’invecchiamento e per un numero sempre crescente di persone interferisce con le attivita’ quotidiane e con il benessere.

Abbiamo identificato una serie di fattori di rischio che possono essere associati a un declino cognitivo accelerato, ognuno dei quali potrebbe essere modificato”, ha spiegato uno dei ricercatori, Alex Dregan. Per questo occorre “rendere le persone consapevoli della necessita’ di cambiare il proprio stile di vita”, ha aggiunto. “Questi risultati sottolineano l’importanza di curare la salute cardiovascolare a partire dai 50 anni”, ha concluso Simon Ridley dell’associazione Alzheimer’s Research Uk.

 

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