Così si ha un miglior recupero del paziente

Nuova tecnica chirurgica contro l’ictus: le reti che catturano i coaguli di sangue

di oggisalute | 28 agosto 2012 | pubblicato in Ricerca
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‘Catturare’ con delle piccole reti i coaguli di sangue per estrarli dal cervello del paziente: e’ questa la nuova strategia studiata per la cura degli ictus. Secondo due studi pubblicati sulla rivista ‘Lancet’, in questo modo migliora anche il recupero del paziente.

Attualmente ci sono già delle tecniche per riaprire i vasi sanguigni cerebrali ostruiti, come i farmaci trombolitici, che però devono essere assunti poche ore dopo l’ictus, cosa non sempre fattibile. O altre tecniche, come inserire un tubicino dall’inguine fino al cervello, dove il cavo, una volta arrivato, attraversa il coagulo, formando una spirale e spingendolo fuori.

Ma si tratta di una pratica ancora non di routine. L’ultima soluzione sperimentata invece si serve di una minuscola rete o gabbia metallica, invece della spirale, che spinge l’embolo contro le pareti delle arterie e lo avvolge nei fili, consentendo al medico di tirarlo fuori dall’inguine.

Due strumenti simili sono stati messi a confronto con la spirale. In uno studio su 113 pazienti si è visto che il 58% di loro aveva buone funzioni cerebrali dopo 3 mesi di trattamento, contro il 33% di quelli curati con la spirale, e un tasso di mortalità minore. In un’altra sperimentazione su 178 pazienti quasi il doppio aveva la possibilita’ di vivere in modo indipendente dopo il trattamento.

”Con i farmaci trombolitici – spiega Jeffrey Saver, uno dei ricercatori – si riesce a riaprire parzialmente il 40% delle grandi arterie ostruite. Con questi strumenti invece si arriva al 70-90%, e si possono usare senza problemi con i pazienti che prendono anticoagulanti, chi ha avuto recenti interventi chirurgici e chi arriva 4.5-8 ore dopo l’ictus”.

 

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