L'approccio psicologico alla medicina estetica

Esiste un legame tra rughe e carattere

di oggisalute | 11 luglio 2012 | pubblicato in Attualità
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Il nuovo approccio della medicina estetica è psicologico. Un colloquio lungo e approfondito che riguarda anche le abitudini di vita e personali, un’analisi strutturale delle rughe del viso che molto spesso sono collegate al carattere e uno scambio di consigli che continua anche tra una visita e l’altra sono i binari entro cui si muove la medicina estetica.

“I pazienti molte volte si presentano con le idee poco chiare – dice Dario Tartaglini, medico estetico a Milano – Alcuni non sono soddisfatti del loro aspetto, vorrebbero migliorarsi ma non sanno che cosa fare. Altri sono curiosi, oppure non sono troppo convinti ma si sentono quasi in obbligo di sottoporsi a qualche trattamento. Occorre essere molto chiari e non promettere miracoli: un buon medico estetico deve comportarsi anche da psicologo e valutare che le aspettative del paziente non siano eccessive e, soprattutto, che non riguardino sfere personali in cui il ritocco estetico può fare ben poco”.

Non solo, all’analisi delle rughe di una persona si può capire molto del carattere. “Le verticali, sulla fronte, intorno agli occhi e alla bocca, dipendono da espressioni negative, come il corrucciamento o la collera, e sono quelle dove è più opportuno intervenire – continua Tartaglini – Al contrario, le zampe di gallina, che hanno un andamento orizzontale, sono correlate alla gioia, alla risata, allo stupore e spesso caratterizzano il viso in modo gradevole”.

Allo stesso modo le abitudini di vita lasciano il loro ‘segno’. I fumatori hanno il caratteristico ‘codice a barra’ intorno alle labbra, chi si espone tanto al sole si ritrova con una pelle ispessita e macchiata, mentre negli insonni gli occhi sono gonfi e la zona del contorno occhi è particolarmente segnata.

Il legame tra pelle e sfera emotiva è inscindibile: l’epidermide subisce modificazioni in base all’evoluzione di una persona e anche le situazioni dermatologiche, oltre ad avere una causa fisica, possono essere accentuate da motivi psicologici. La psicologa Anna Zanardi, nel suo libro Psicosomatica della pelle (edito da Tecniche Nuove) analizza alcune patalogie alla luce di questo legame e ‘interpreta’ alcuni tipi di pelle.

Vediamo qualche esempio: un’epidermide spenta è tipica di persone apatiche che stanno vivendo una fase di delusione, chi soffre di arrossamenti di solito ha un temperamento molto sensibile oppure, se si tratta di un episodio improvviso, può essere letto come una protesta. La cute è secca e disidratata prima dei 40 anni può dipendere da un accantonamento della parte seduttiva e femminile. E’ molto interessante anche osservare il comportamento che hanno le donne nei confronti della pelle.

“Gli eccessi nascondono sempre un disagio – dice Umberto Borellini, psicologo all’Università Tor Vergata di Roma- La trascuratezza e la mancanza di igiene rispecchiano un atteggiamento di negatività nei confronti di se stesse. Così come un’attenzione maniacale e un’ossessione di pulizia è tipica di donne insicure, che provano vergogna per qualche cosa che hanno commesso. Come se si sentissero sporche e, lavandosi continuamente, cercassero di espiare le proprie colpe”.

 

Commenti

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